“Signor Zarif, lo riconosce ? E’ vostro’’. Durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco, Benyamin Netanyahu è stato protagonista di un violento attacco contro il regime iraniano. Mostrando un frammento del drone iraniano abbattuto una settimana fa nello spazio aereo di confine tra Siria e Israele, il premier dello Stato ebraico, rivolgendosi all’inviato dell’Iran, con aria di sfida, ha chiesto se riconoscesse quel pezzo.
Il discorso di Netanyahu è poi proseguito in un crescendo di accuse contro il regime degli ayatollah che, a suo dire, rappresenta la maggiore minaccia alla sicurezza globale, in virtù di una politica estera sempre più aggressiva nei confronti di Israele e dell’Occidente, di una strategia di espansione rivolta ai paesi limitrofi e del controverso programma nucleare, in rapido sviluppo, che costituisce uno dei maggiori punti di attrito tra i due paesi. “Israele non consentirà al regime iraniano di farci paura. Agiremo, se necessario, non solo contro coloro che ci attaccano, ma contro l’Iran stesso”, ha detto.
Parole dure, quelle di Netanyahu, tese a segnare un punto di non ritorno ai progetti espansionistici iraniani rivolti, soprattutto, alla creazione di teste di ponte in libano con le milizie di Hezbollah che l’Iran foraggia sistematicamente, sia in termini di lauti emolumenti sia con sistemi d’arma sempre più all’avanguardia che rappresentano una seria minaccia per i confini dello stato ebraico.
Il caso del drone iraniano abbattuto nello spiano aereo del confine nord orientale di Israele rappresenta, infatti, un chiaro sintomo di un’escalation militare, non dichiarata ma lampante, da parte delle milizie sciite filo iraniane. Anche la Siria ha rappresentato un punto cardine del discorso del premier israeliano. Se da una parte si assiste ad una sconfitta ineludibile dei miliziani dell’ex Califfato, dall’altra i movimenti di truppe iraniane all’interno del territorio siriano rappresentano un ulteriore sintomo di una volontà colonizzatrice del regime di Teheran, accusato da Netanyahu di voler “stabilire un impero dal Caspio al Mediterraneo”.
Il premier israeliano, rivolgendosi direttamente al ministro iraniano Javad Zarif, ha sottolineato in modo nitido la sua linea di condotta chiedendo espressamente di “non mettere alla prova la determinazione di Israele”.