Israele: Hezbollah fa strage di bambini drusi.
A Majdal Shams, nel confine nord di Israele, almeno 11 tra adolescenti e bambini sono rimasti uccisi nell’esplosione di un missile lanciato dal sud del Libano dai terroristi di Hezbollah. Al tragico bilancio si aggiungono circa 30 feriti tra i quali alcuni versano in gravi condizioni.
Il missile che ha colpito il campo di calcio di Majdal Shams è del tipo Falaq 1 di fabbricazione iraniana munito di una testata esplosiva da 50 chili.
I dati aggiornati ad oggi sui tragici eventi del Golan riportano 11 morti e 35 feriti tra i quali 23 in gravi condizioni e 12 in condizioni di “entità lieve”, tutti ricoverati presso gli ospedali di Zive e Rambam.
Le vittime erano parte della popolazione drusa da sempre residente in numerose località del Golan israeliano, territorio perso e rivendicato dalla Siria poiché conquistato da Israele durate la “Guerra dei sei giorni” del giugno 1967 che vide la sconfitta degli eserciti attaccanti di Siria, Egitto e Giordania.
HEZBOLLAH INSERISCE LA RETROMARCIA
Subito dopo avere perpetrato la strage, l’establishment di Hezbollah si è lanciato in alcune dichiarazioni al limite della decenza in base alle quali seppur avendo lanciato ben 40 vettori, tra razzi e missili, verso il nord di Israele, nessuno avrebbe colpito l’area in questione. Anzi, i canali televisivi ed i social media apertamente schierati con l’organizzazione terroristica e i consociati “palestiniani”, hanno accusato Israele colpevole di avere provocato l’esplosione con il lancio “inusitato” di razzi terra-aria del sistema Iron Dome, la cui ricaduta è avvenuta nella zona di Majdal Shams.
E’ bene chiarire, a tal punto, che le testate in dotazione all’Iron Dome sono “intercettive”, ovvero, dirette ad abbattere, dietro opportuna segnalazione dei radar, qualsiasi vettore diretto verso il territorio israeliano e non sono soggetti a ricadute di frammenti, successivi all’abbattimento delle testate nemiche, non certo esplosivi.
Dall’analisi dei sistemi operativi dell’IDF, infatti, il lancio del razzo sul centro di Majdal Shams è stato effettuato da un’area situata a nord del villaggio di Cheba’a, situato nel sud del Libano.
I portavoce religiosi della minoranza drusa hanno subito dichiarato che “se Israele non risponderà subito all’azione di Hezbollah, lo faremo noi”.
Il responsabile del lancio dei vettori contro il nord di Israele sarebbe stato identificato dall’Intelligence israeliana per Ali Muhammad Yahya, il Comandante del complesso di lancio dell’organizzazione terroristica di Hezbollah nell’area di Sheba’a.
Nella tarda serata di ieri, il ministro degli esteri di Israele, Katz, ha dichiarato che “L’attacco di Hezbollah di oggi ha superato tutte le linee rosse e la risposta sarà di conseguenza. Ci stiamo avvicinando al momento di una guerra totale contro Hezbollah e il Libano”.
Benyamin Netanhyau, ha anticipato il suo rientro in Patria per la convocazione urgente del Consiglio di difesa, la cui riunione è prevista alle 13 di oggi.
LA CODARDIA DI HEZBOLLAH
In una successiva dichiarazione sul canale al Manar, un portavoce di Hezbollah ha annunciato che “Il partito deve prepararsi. Questa è una prova delle sue difese aeree e deve intensificarle. Deve anche usare armi contro obiettivi aerei. Le difese aeree sono più importanti di una battaglia terrestre perché mina la fiducia in se stesso dell’esercito davanti ai coloni ed eventi senza precedenti, e deve prepararsi per una risposta di emergenza verso Haifa e le aree vitali”.
Nel contempo, Hezbollah ha dato ordine di evacuazione immediata di centinaia di centri abitati, inclusi alcuni quartieri di Beirut, per timore della rappresaglia israeliana ed ha avvisato le forze dell’UNIFIL che la risposta militare israeliana incontrerà una risposta potente, anche se dovesse giungere ad un conflitto su vasta scala.
Anche l’Iran, tramite l’agenzia di stampa di regime IRNA, ha inteso mettere in guardia Israele dal lanciarsi in quello che viene definito come un “nuovo avventurismo” in Libano. Nasser Kana’ani, ministero degli esteri di Teheran, ha dichiarato che ”Qualsiasi azione ignorante del regime sionista può portare all’ampliamento del livello di instabilità, insicurezza e della guerra nella regione’ e che Israele sarà responsabile delle conseguenze e delle reazioni impreviste a tale stupido comportamento”.
È bene chiarire, a fronte di dichiarazioni al limite dell’idiozia rilevate sui social network, che le vittime innocenti del bombardamento di Hezbollah non erano ebrei ma Drusi israeliani residenti in un territorio controllato da Gerusalemme sebbene l’ONU non abbia mai riconosciuto l’ormai datata appartenenza della popolazione ivi stanziata ad Israele. Ma questo non cambia la sostanza dei fatti. Bambini e adolescenti vittime innocenti di un terrorismo che recherà danni non solo ai fanatici di Hezbollah al nord così come di Hamas al sud, ma anche ai civili che, purtroppo, verranno usati come scudi umani allo scopo di mobilitare l’opinione pubblica internazionale non certo sugli aggressori protagonisti degli attacchi quotidiani dal Libano e delle stragi del 7 ottobre scorso, ma sugli “attaccati” che difendono il proprio popolo e la propria causa da sempre, quello di Israele.