Islamisti e sinistra europea: i numeri non bastano, fuoco alle polveri! A fronte della netta vittoria del Rassemblement National guidato da Marine Le Pen, dalla serata di ieri migliaia di persone manifestano davanti al Palazzo della Repubblica a Parigi ma non solo nella Capitale, contro la vittoria della Destra francese. Già di per sé il fatto rappresenta una new entry in Europa, dove la coalizione perdente protesta contro una vittoria più che legittima dell’avversario, ma l’aggravante è rappresentata dal condimento di violenze ed atti di teppismo che continuano a verificarsi nel Paese.
Già da sabato scorso, numerosi negozianti francesi erano corsi ai ripari provvedendo a proteggere le vetrine dei propri esercizi commerciali con placche di materiali ignifughi o barriere improvvisate, ben consci che la non certo inattesa vittoria di Marine Le Pen avrebbe provocato violente reazioni da parte dei soliti noti guidati dagli oltranzisti di sinistra d’Oltralpe. Di conseguenza, all’ufficializzazione dei primi risultati, in piazza si sono riversati in migliaia, muniti di bandiere di paesi africani, palestinesi, Isis, con il condimento del fragore di vetrine rotte, veicoli incendiati e panico tra la gente di passaggio. E’ interessante e rappresentativa l’assenza di bandiere francesi durante le varie manifestazioni, chiaro sintomo che le successive violenze erano anelate soprattutto dai sedicenti profughi per la maggior parte islamisti.
Le rivolte in una serie di città sono iniziate a Parigi, propagandosi poi a Lione, Marsiglia, ed ad altri centri urbani del centro sud della Francia. Manifestazioni di massa, razzie e rivolte contro i locali e le forze dell’ordine, indotte da gruppi di estrema sinistra insieme agli islamisti e alla solita massa di clandestini disadattati in cerca di una ragione per farsi riconoscere.
D’altra parte, come più volte riscontrato sui vari social network, l’assunto più ricorrente è quello secondo il quale “se importi il Terzo mondo diventi il Terzo mondo”. Una frase che ben rispecchia la grave situazione europea, divenuta un’Unione oramai frammentata e in preda all’arrogante ed incontrollata invasione che, fomentata e facilitata dai “buonisti all’occorrenza” delle sinistre politiche, si è da tempo appropriata, radicandovisi, di varie porzioni di territorio e non solo nei maggiori centri urbani.
Ma tutto ciò non è solo un indice di irresponsabilità da parte del forze politiche di opposizione. Quanto sta avvenendo rappresenta un grave rischio in chiave evolutiva della violenza politica che si ripropone ciclicamente dagli anni ’70, con i medesimi protagonisti e le già denotate alleanze: estrema sinistra e terrorismo islamista o filo-palestinese, con l’aggravante che, mentre agli albori della violenza terrorista dei gruppi mediorientali, fine anni ’60, le cellule di Settembre Nero, FPLP, Gruppo Abu Nidal, Jihad islamica ecc.., erano per lo più estremamente ristrette e sparse per il Continente europeo, oggi il fenomeno è ben più radicato, con cellule autonome e stanziamenti capillari, un notevole sostegno logistico e una massa di manovra incalcolabile che potrebbe porre in essere manovre diversive per agevolare le operazioni dei veri e propri nuclei operativi di miliziani, siano essi aderenti alla sinistra extraparlamentare che, piuttosto, ad Hamas, Hezbollah o Isis.
Un rischio mortale per il vecchio Continente che, citando Dante Alighieri, si potrebbe ben rispecchiare nel versetto della Divina Commedia «Ahi serva (Europa) Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!» (Purgatorio, canto VI, vv. 76-78).