“Bisogna scendere a compromessi con noi stessi per viver tranquilli. È difficile ma dobbiamo trovare il nostro equilibrio a prescindere dal rischio”. Così Nicholas Carleton, docente di Psicologia dell’University of Regina (Canada) spiega a OfcsReport come evitare il condizionamento psicologico generato dalla paura.
L’Isis gioca a tenerci sotto controllo usando la politica del terrore, sanno bene come colpirci e come farci stare in ansia, come possiamo gestire le nostre paure?
“Credo che il terrorismo contemporaneo basato sulla paura, dipenda dal fatto che sappiamo che qualsiasi cosa possa accadere ovunque e in ogni momento. Questo aumenta la percezione della paura. Oggi è più difficile sentirsi sicuri in generale”.
Qual è la nostra sfida quotidiana?
“La sfida è che siamo sempre sotto minaccia. L’incertezza ci porta a non sentirci sicuri al 100% e in effetti più cerchiamo di esserlo, meno libertà abbiamo. Se correre ai ripari significa necessariamente ridurre la nostra libertà e quella altrui, allora dobbiamo trovare un compromesso tra l’accettare l’incertezza, guadagnando qualche libertà e godersi la vita. Per esempio se vivessimo per sempre in un bunker, potremmo esser certi di esser al sicuro, ma probabilmente non saremmo felici. Ci deve essere un giusto equilibrio, ma in questo momento pensare di trovarlo è diventato molto difficile”.
Cosa ci destabilizza maggiormente?
“L’incertezza. Ce n’è tanta e noi non siamo bravi a conviverci. I terroristi sono impegnati a farci aumentare la paura. Per motivare il cambiamento di comportamento ci vuole qualcosa di forte e così stanno usando il terrorismo come un meccanismo per cercare di farci fare le cose in modo diverso, ma non bisogna cambiare ciò che facciamo nel quotidiano”.
Cosa pensa dell’intolleranza religiosa?
“Penso che dovremmo saperne di più sulle differenze di culture, idee e persone, perché questo ci renderà meno ansiosi e meno timorosi. Solo questo ridurrà la possibilità che adottiamo comportamenti distruttivi”.