Mentre le autorità egiziane annunciano la riapertura del corridoio umanitario del valico di Rafah per la durata di quattro giorni, per consentire il transito di medicinali e viveri dal Sinai alla Striscia di Gaza, nuove minacce contro Israele sono apparse sui canali Telegram postate proprio da parte di sostenitori palestinesi dell’Isis.
L’invito a liberare Gerusalemme, rivolto ai miliziani del Califfato, è accompagnato da una foto ritraente la Cupola della Roccia e un guerrigliero del Daesh, e ricalca altre immagini che nel recente passato i sostenitori dell’Isis hanno pubblicato sui maggiori social network per perorare attacchi contro Israele.
Ma è la quasi contemporaneità tra la riapertura del valico di Rafah e la pubblicazione dell’immagine a preoccupare l’intelligence israeliana. Infatti, la penisola del Sinai costituisce un invitto baluardo del Daesh a cavallo tra l’Egitto e Israele, e la città di al Arish è la roccaforte della Wilayat Sinai del Califfato dalla quale partono gli attacchi che da mesi impegnano le forze di sicurezza egiziane con altissimi costi in vite umane.
E proprio la massiccia presenza di migliaia di miliziani del Daesh desiderosi di colpire il nemico di sempre partendo dalla base sicura del Sinai potrebbe rendere permeabile il confine a ridosso di Rafah, con i possibili tentativi del Daesh di infiltrare suoi uomini tra i civili in transito e raggiungere Gaza, dove poter contare su appoggi sicuri per tentare di portare attacchi contro lo Stato ebraico.
Il gruppo Alwiyah Naseer Salahuddin, composto da fedeli sostenitori del Califfato e basato a Gaza, sembra essere, agli occhi degli analisti, il candidato a sostenere eventuali mire espansionistiche del Daesh in Terra Santa. I suoi miliziani, infatti, sono pesantemente armati ed equipaggiati e sempre più spesso svolgono anche attività di proselitismo all’interno della triscia di Gaza in favore dell’Isis, presentandolo come unica forza in grado di riconquistare Gerusalemme.