Ambasciata americana in Iraq ancora sotto attacco. Questa mattina, per il secondo giorno consecutivo, un folto gruppo di manifestanti filo-iraniani, ha preso d’assalto la sede diplomatica Usa a Baghdad.
A fuoco il recinto esterno mentre altre centinaia di persone stanno giungendo da altri quartieri della capitale irachena. Le bandiere dell’Hezbollah sono state issate sui cancelli della rappresentanza diplomatica Usa. Completamente assenti le forze di sicurezza irachene come già accaduto durante gli scontri di ieri.
Il prologo degli scontri è stato il raid statunitense condotto domenica scorsa contro cinque basi della milizia Kataib Hezbollah, al confine tra Iraq e Siria.
L’attacco era stato deciso come atto di ritorsione a seguito del bombardamento di una base americana a Kirkuk condotto con il lancio di decine di razzi dalle rampe dei miliziani sciiti posizionate sul confine con la Siria.
Nella mattinata di ieri i manifestanti della milizia sciita filo iraniana inferociti per i raid Usa contro le loro strutture hanno preso d’assalto l’ambasciata americana a Baghdad, riuscendo a penetrare all’interno del compound.
L’ambasciatore e parte dello staff sono stati preventivamente evacuati, mentre i Marines posti a difesa degli uffici hanno sparato gas lacrimogeni per respingere i manifestanti.
L’attacco pare sia stato orchestrato da leader della Kataib Hezbollah, Abu Mahdi al-Muhandis e Qaïs al-Khazali e sostenuto dai loro alleati iraniani Hadi al-Amari e Faleh al-Fayad.
Secondo il segretario di Stato Mike Pompeo, i capi della milizia “sono stati tutti fotografati davanti alla nostra ambasciata” e, a corredo del tweet, ha postato tre foto che mostrerebbero i quattro uomini.
Nel dettaglio, Muhandis sarebbe un alto funzionario delle Forze di mobilitazione Popolare (Hashd al-Shaabi), una coalizione di paramilitari iracheni gestita da fazioni filo-iraniane, capeggiata da Faleh al-Fayad ed accusata da Washington di un attacco missilistico che ha ucciso un americano in Iraq venerdì scorso.
Khazali è il capo dell’altra milizia sciita irachena, la Assaib Ahl al-Haq, accusata dagli Usa di essere responsabile di numerosi attacchi missilistici contro i loro interessi in Iraq. El Amari è stato, tra l’altro, il ministro dei Trasporti iracheno tra il 2010 e il 2014 ed è a capo della potente organizzazione Badr, un’altra fazione filo-iraniana operante in Iraq.
A seguito dell’assalto di ieri il presidente Donald Trump, minacciando ritorsioni contro il regime iraniano, ha ordinato il dispiegamento di altri 750 soldati statunitensi in Medio Oriente, con l’aggiunta di altri 3mila in addestramento per un possibile dispiegamento nei prossimi giorni. Come prima misura, un drappello di Marines è stato, comunque, immediatamente inviato presso la sede dell’ambasciata a Baghdad per rinforzare il dispositivo di difesa dell’edificio.