L’operazione condotta nel mese di gennaio dal Mossad (il servizio segreto esterno israeliano) in Iran, ha visto coinvolti centinaia di agenti di tutti i rami dell’agenzia, ma sono stati meno di una dozzina gli operativi che hanno materialmente condotto l’azione. La squadra si è riunita nei primi giorni del nuovo anno in Iran e per molti giorni è stata impegnata in servizi di osservazione e di assemblaggio delle attrezzature necessarie all’incursione e, alle dieci di sera del 31 gennaio, l’operazione è entrata nel vivo per ordine diretto di Yossi Cohen, il capo del Mossad. La squadra speciale, ha compiuto l’irruzione in un edificio nella zona periferica di Teheran vigilato da telecamere, sistemi di allarme e chiusure a prova di esplosione. Dopo aver eluso i sistemi di sorveglianza, la squadra è penetrata all’interno dell’edifico dove, in un grande magazzino, si è trovata di fronte a grandi cassette di sicurezza che, al loro interno, celavano l’archivio segreto iraniano relativo alla proliferazione di armi nucleari.
I dossier erano divisi per tre diversi argomenti:
quelli contenenti la corrispondenza dell’Iran con l’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea), quelli che illustrano la costruzione dei siti nucleari e l’acquisto di funzionamento delle componenti per la realizzazione di ordigni e, il rinvenimento più importante, quello sulla progettazione e produzione di una testata nucleare.
Ma all’interno della stanza, il commando del Mossad si è trovato di fronte anche a materiali inaspettati
Enormi quantità di comuni dvd e cd, molti dei quali non marcati. A fronte di questo inaspettato rinvenimento, il team ha chiesto lumi alla sala di controllo che, nel frattempo, seguiva ogni loro mossa da una centrale remota. L’ordine tassativo è stato quello di portare via tutto il materiale. Tutte le cassette di sicurezza e il restante materiale sono stati quindi caricati su contenitori ruotati e la squadra, nelle prime ore del mattino, ha lasciato indisturbata la base segreta iraniana. In poche settimane, decine di traduttori, esperti e analisti hanno iniziato a esaminare il materiale asportato che, alla luce delle analisi compiute, è risultato contenere 114 cartelle composte da più di 55.000 pagine, di cui 8.500 documenti manoscritti, molti dei quali da alti funzionari governativi, e alcuni da membri del nucleo “misteriosamente scomparsi”.
Ma la grande sorpresa è stata l’enorme quantità di informazioni memorizzate nei 182 cd e dvd
Su questi erano specificati i progetti avanzati di costruzioni di fabbriche e siti segreti, gli esperimenti, le presentazioni dettagliate sullo stato di avanzamento del progetto, denominato “Amad”, i suoi obiettivi e le sue fasi. Secondo il materiale esaminato, gli iraniani stavano cercando un sito per un esperimento sotterraneo nucleare ed una tale ricerca è anche indicativa di una decisione politica: come esperimento sotterraneo, rilevabile dagli strumenti occidentali, un simile test rappresenterebbe una sorta di “coming out dell’atomica” e una pubblica ammissione dell’Iran al mondo. Ma, lungi dall’avere assemblato un ordigno atomico, gli iraniani hanno comunque esaminato varie aree possibili e persino cercato di far detonare piccoli ordigni esplosivi nel terreno per vedere come avrebbero reagito all’intensità dell’esplosione.
I contenuti dei caveau portati in Israele raccontano una storia innegabile
Per anni l’Iran ha condotto un progetto nucleare segreto volto a produrre cinque bombe nucleari da 10 kilotoni ciascuna da montare sui missili Shahab 3. Ma Teheran continua a negare tutto, sostenendo che l’intera storia è stata inventata di sana pianta e destinata a servire uno sforzo israelo-americano per condurre all’annullamento dell’accordo sul nucleare. Questa era una risposta attesa. Piuttosto, meno prevedibile è stata la tiepida risposta internazionale alle rivelazioni emerse dall’archivio. Per molti anni Israele, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania hanno raccolto informazioni sul progetto nucleare iraniano, e parte del materiale è stato trasmesso all’Aiea da tempo immemore, ma senza alcun risultato tangibile.
Una delle tante domande alle quali gli analisti israeliani sono impegnati a fornire risposta è la responsabilità “prima”del mandante del progetto “Amad”
Il materiale, infatti, non rivela una direttiva specifica del leader spirituale, l’Ayatollah Ali Khamenei, ma sono stati rinvenuti alcuni documenti firmati dal ministro della Difesa di quel periodo e dell’attuale segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale, Ali Shamkhani. Ma non solo: il piano sarebbe stato approvato dal “Consiglio per la Scienza e l’Innovazione” che risulta indicato nella parte superiore di ogni documento, che altri non è che il nome in codice di un gruppo di manager di alto livello che gestisce il progetto “Amad” e comprendeva il presidente iraniano di quel periodo, Khatami, il responsabile del Consiglio della sicurezza nazionale Rohani (l’attuale Presidente), il segretario della Difesa e il capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana (Aeoi), Gulam Agazadeh, dell’epoca.
Ma L’assemblaggio di una bomba nucleare e la capacità di lanciarla sono un progetto molto complesso che richiede uno sforzo e un coordinamento tra l’apparato governativo, l’esercito iraniano e le forze di intelligence. Una presentazione particolarmente nitida rinvenuta su uno dei cd-rom mostra la complessa cooperazione tra i vari corpi come il ministero dell’Intelligence iraniano, le Guardie rivoluzionarie (compresa l’Air Force of Guards) e la Forza Qods, quest’ultima impegnata a stabilire una sua testa di ponte proprio al confine settentrionale di Israele.
Molti, soprattutto in Israele, ritengono che i documenti rinvenuti nell’archivio sottratto agli iraniani giustifichino l’affermazione del primo ministro Netanyahu secondo cui l’accordo nucleare sia un “cattivo affare” basato sulle menzogne. Una fonte di intelligence occidentale ha rivelato che: “L’archivio nucleare è in realtà uno sforzo del ministero della Difesa iraniano per preservare la rivelazione per un lungo periodo del “Piano Amad” e nasconderlo alla comunità internazionale, in particolare dall’Aiea, per un possibile uso futuro”.
Per l’intelligence israeliana si è trattato, comunque, di un successo dal valore inestimabile che non mancherà di provocare ulteriori ripercussioni sulla scena internazionale.