Iran sotto attacco. Questa mattina, due commando hanno dato assalto al Parlamento di Teheran e al Mausoleo di Khomeini, nella parte meridionale della capitale. Il bilancio provvisorio delle vittime è di dodici morti, più quattro persone tenute in ostaggio. I feriti sono almeno una trentina. Il sedicente Stato Islamico – riferisce l’emittente saudita Al-Arabiya, citando l’agenzia di propaganda dei jihadisti “Amaq”- ha rivendicato gli attentati.
Il primo gruppo di terroristi, composto da quattro uomini armati, è riuscito a penetrare nell’edificio istituzionale di Teheran con indosso indumenti femminili e ha ucciso sette persone. “Erano tre armati di kalashnikov e uno con una pistola a tamburo”, ha precisato il deputato Elyas Hazrati, citato dall’agenzia di stampa locale “Irib”. Uno dei terroristi è riuscito a uscire in strada, su piazza Baharestan, e ad aprire il fuoco contro i passanti. L’ufficio relazioni con il pubblico della metropolitana ha smentito le voci, che si rincorrevano sul web, di un’esplosione nella metro di Teheran: la linee funzionano in tutte le direzioni.
Il secondo gruppo, invece, composto da tre uomini, ha attaccato il mausoleo del fondatore della repubblica islamica, l’Ayatollah Khomeini. Due hanno sparato con armi automatiche sui visitatori, mentre il terzo attentatore – anch’egli vestito da donna – ha fatto detonare la cintura esplosiva che indossava. Un terzo commando che intendeva compiere un attacco è stato neutralizzato. L’obiettivo è ancora sconosciuto.
Dopo l’incursione in Parlamento, i deputati iraniani hanno scandito a gran voce lo slogan “Morte all’America, morte al suo servo: l’Arabia Saudita”. La monarchia dei Saud è da tempo impegnata in un braccio di ferro con l’Iran per la supremazia nel Golfo Persico: pedina contesa tra le due potenze è lo Yemen, dove i ribelli Houthi sciiti hanno rovesciato il governo sostenuto da Riad. In questo quadro pesa la rinnovata alleanza tra gli Stati Uniti del presidente Donald Trump e l’Arabia Saudita.