Il piano di pace di Zelensky è annientare ala Russia senza nessuna trattativa. L’obiettivo è arrivare al confine con la Crimea. Spingere indietro i russi fino a quello che, secondo Kiev, è il punto di non ritorno per Putin.”Quando saremo al confine con la Crimea, il suo sostegno all’interno della Russia diminuirà – ha detto durante l’intervista a ‘Porta a Porta’ – Le persone che lo circondano presseranno su di lui per fagli cercare una via d’uscita. E manca poco”. È parte del piano ucraino nella guerra contro l’invasione russa. Durante la sua visita a Roma, Volodymyr Zelensky lo ha detto chiaramente respingendo, almeno per il momento, ogni possibilità di trattativa. Il presidente ucraino vuole tutto, non è disposto a cedere niente a Putin, neanche la Crimea annessa nel 2014.
Il piano di pace di Zelensky in 10 punti
In Italia (dove ha incontrato il Presidente della Repubblica, il Premier e il Papa) si è presentato con il suo piano in dieci punti, lo stesso presentato al G20 e che non concede nulla alla Russia: nessuna trattativa, nessun territorio ceduto. Ma solo l’annientamento del nemico con il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina (Crimea compresa). Il piano di Zelensky si affida alla controffensiva con cui “respingeremo i russi e indeboliremo il sostegno interno per Putin, il quale cercherà altri passi. In parallelo organizziamo il vertice per sviluppare il nostro piano di pace, con il numero maggiore di interlocutori internazionali. Quando saremo al confine con la Crimea, il suo sostegno all’interno della Russia diminuirà. Le persone che lo circondano presseranno su di lui per fagli cercare una via d’uscita. E manca poco”.
“Putin non accetterà mai di cessare la guerra e ritirare le truppe senza nulla in cambio. La guerra continuerà finché lui vorrà”. Ne è convinto George Lombardi, imprenditore italiano amico di Donald Trump. E se il tycoon fosse stato ancora alla Casa Bianca la guerra in Ucraina sarebbe scoppiata? “Trump dice di no, che non sarebbe scoppiata”.
Intelligence Gb: “I russi combattono con riservisti e mezzi antiquati”
Tornando al piano di pace di Zelensky, le possibilità di riuscita, al momento, non si conoscono. La Russia non è disposta a cedere neanche un millimetro dei territori conquistati, anche se la situazione in campo sembra sfavorevole alle truppe dello zar. Secondo l’intelligence britannica, è improbabile che le forze armate russe in Ucraina riescano a “coagulare efficacemente un effetto militare su larga scala lungo i 1.200 km di linea del fronte sotto stress”. Il Raggruppamento combinato delle forze armate russe in Ucraina, sulla carta sarebbe organizzato “in modo simile alla forza di invasione di 446 giorni fa”. Probabilmente, prosegue il rapporto degli 007 inglesi, “è ancora composto da oltre 200.000 effettivi organizzati in circa 70 reggimenti e brigate da combattimento divisi in cinque Gruppi di Forze”. Ma nel febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina, “era composta da soldati professionisti, era in gran parte equipaggiata con veicoli ragionevolmente moderni e si esercitava regolarmente, aspirando a operazioni complesse e congiunte”. Adesso la situazione sarebbe cambiata al punto che sarebbe una forza “composta per lo più da riservisti mobilitati poco addestrati e sempre più dipendenti da equipaggiamenti antiquati, con molte delle sue unità gravemente sotto organico. Di routine conduce solo operazioni molto semplici, basate sulla fanteria”.
Il piano di pace Zelensky e la guerra degli oligarchi
Un quadro che giustificherebbe il piano di Zelensky. Tuttavia, non sarà così facile spingere i russi fuori dal Donbass e arrivare al confine con la Crimea. Putin venderà cara la pelle a meno di eventi improvvisi e inaspettati che lo costringeranno alla resa. Per il momento, all’interno della Russia pezzi di potere, come alcuni oligarchi, spingono affinché la guerra continui. Altri, all’inizio del conflitto, hanno abbandonato Putin anche fisicamente, lasciando Mosca.
Tra gli oligarchi pro guerra, c’è sicuramente il capo dei mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin, protagonista nei giorni scorsi di video in cui ha attaccato i generali russi sull’invio di armi e minacciando di lasciare Bakhmut, fronte caldo dal quale i soldati russi si sarebbero ritirati scappando a seguito di una avanzata ucraina: “Quello che ha detto Igor Konashenkov (portavoce del ministero della Difesa russa, ndr) si chiama fuga, non riorganizzarsi”, ha detto Prigozhin.
Nel bene o nel male, dunque, saranno gli oligarchi a decidere le sorti del conflitto in Ucraina, così come è accaduto quando Putin ha deciso di entrare nel Paese sulla scorta di false informazioni che lo avrebbero voluto accolto con fiori e squilli di trombe da parte della popolazione. Ma non è andata così. L’Ucraina ha reagito dal primo momento, già preparata dalle informazioni arrivate da Stati Uniti e Inghilterra. Paesi che, da tempo, avevano anche iniziato l’addestramento dei soldati ucraini.