Lo Storm Shadow ha una lunghezza di 5.1 m, diametro 0.48 m e 3 m di apertura alare con una massa di 1.300 kg di cui 450 kg di testata bellica BROACH (Bomb Royal Ordnance Augmented CHarge), la quale è costituita da due stadi, quello primario consiste in una carica sagomata iniziale che consente al missile di aprirsi un passaggio attraverso armature, cemento, terra, ecc., permettendo allo stadio secondario dotato di una maggiore quantità di esplosivo di penetrare all’interno del bersaglio. Questa tipologia di testata bellica è stata progettata al fine di consentire a un missile da crociera di raggiungere un grado di penetrazione contro un bersaglio protetto precedentemente appannaggio delle sole bombe gravitazionali a guida laser. Il missile anglo-francese è propulso da un turbojet Turbomeca Microturbo TRI 60-30 in grado di generare una potenza di 5,4 Kn che gli garantisce una velocità massima compresa tra i 0.8 e 0.95 Mach a seconda del profilo di volo richiesto, di norma ad una altezza di circa 100 – 130 piedi d’altezza con un raggio d’azione massimo, nella versione da esportazione, di 135 nm (250 km).
Il missile viene programmato a priori sull’obiettivo, i pianificatori della missione programmano l’arma con i dettagli del bersaglio e delle sue possibili minacci presenti nel sentiero d’attacco, in modo che una volta lanciato, non può essere controllato o ordinato di autodistruggersi e le sue informazioni sul bersaglio non possono essere modificate. Il missile, dopo il rilascio dal suo vettore, segue un percorso semi-autonomo con un profilo di volo a bassa quota (100-130 ft) guidato dalle informazioni GPS e TERPROM verso l’area bersaglio, giunto in prossimità del quale il missile sale repentinamente di quota per poi tuffarsi contro il bersaglio. La salita in quota ha lo scopo di ottenere la migliore probabilità di identificazione e penetrazione del bersaglio, infatti nel corso della manovra finale, il canopy del muso viene sganciato per consentire a una telecamera termografica ad alta risoluzione ad infrarossi di osservare l’area bersaglio, il missile, quindi, cerca di localizzare il suo bersaglio in base alle sue informazioni di mira abbinando i sistemi DSMAC con i TERPROM come sistema di guida terminale, consentendo un attacco puntuale con testate convenzionali.
Questi missili sarebbero stati usati operativamente il 12 maggio in un attacco condotto dall’aviazione ucraina contro due obiettivi strategici siti Lugansk e secondo la stampa russa il Su 24M utilizzato nella missione assieme al Mig 29 di scorta sarebbero stati abbattuti dalla risposta degli intercettori della difesa aerea russa, ma la notizia resta da verificare. Le cose certe sono che la Russia da parte sua cercherà di distruggere i pochi Su 24M con attacchi mirati o gli aeroporti in generale, anche se fino ad ora pare l’abbia molto marginalmente, per distruggere il maggior numero di assetti aerei e dall’altra gli Storm Shadow con i loro 250 km di raggio non potranno essere utilizzati per condurre attacchi in profondità in territorio metropolitano russo data la copertura dei sistemi antiaerei missilistici, ma potranno sicuramente arrecare danni ad obiettivi strategici nelle retrovie in prossimità del fronte.
In ogni caso il missile da crociera Storm Shadow è un nuovo importante assetto offensivo per Kiev che si va ad unire ai GMLRS e alle GLSDB lanciati dagli M 142 HIMARS e dagli M 270 MLRS oltre ai Vilkha di produzione autoctona.
Il missile è stato testato in teatro operativo per la prima volta nel 2003 nel corso dell’invasione dell’Iraq da parte dei Tornado GR4 inglesi, successivamente nel 2011 nel corso degli attacchi alla Libia è stato utilizzato da i suoi principali operatori dell’epoca, eccetto la Grecia, ovvero: Royal Air Force, Aeronautica Militare con i Tornado e Armée de l’Air (Scalp EG) con i Rafale. Tra il 2015 ed il 2016 vennero utilizzati dall’AdlA nell’ambito dell’Operation Chammal e dai Tornado Britannici contro obiettivi dell’ISIS in Siria e Iraq, seguito, sempre da parte degli stessi attori, da un intervento contro impianti di produzione di armi chimiche in Siria nel aprile 2018. Nel 2021 gli inglesi lo utilizzarono la prima volta dal Typhoon FGR4 in un attacco ad un sito protetto dell’ISIS nei pressi di Erbil. Infine nel marzo 2021 non è chiaro se lanciati da Rafale egiziani o da Mirage 200-9 emiratini (Black Shaheen), molto probabilmente i secondi, distrussero le difese antiaeree turche costituite da batterie di missili MIM 23 Hawk e jammer KORAL, poste a protezione della basi di Al-Watiya sotto il controllo del Governo di Accordo Nazionale.