“Il capolavoro del diavolo? Aver convinto tutti che non esiste!”. Ebbene sì, sia Hamas che la Knesset non ci hanno capito nulla: il 7 ottobre Teheran ha dipinto il suo capolavoro. Cosa vuol dire? Esattamente quello che si legge, più specificatamente gli Ayatollah hanno preso in giro tutti per raggiungere i loro scopi: incrementare l’odio verso gli ebrei sionisti, portare dalla sua loro parte anche movimenti radicali sunniti.
Apparentemente questi sono i motivi che hanno portato all’11 settembre di Israele ma, da un’analisi più approfondita, si vede qualcosa di più profondo e sottile per Teheran. Facciamo un passo indietro, agosto 2023, il Ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, annuncia il buon fine degli accordi diplomatici ed economici con il principe ereditario Saudita Bin Salman, provocando anche non poco imbarazzo per quest’ultimo davanti agli altri paesi arabi del golfo. La conclusione di tali accordi sarebbe stato boccone troppo amaro da ingoiare per Khamenei, i cui più acerrimi nemici i sunno/wahabiti a braccetto con i sionisti ebrei, era inaccettabile e impensabile.
La regia iraniana ha scritto un copione unico nel suo genere, sostenere Hamas in quello che sarà ricordato nella storia come l’11.09 israeliano, facendogli credere che loro avrebbero appoggiato il movimento non soltanto nell’organizzazione dell’incursione ma anche in un secondo tempo scendendo sul campo di battaglia al loro fianco, attirando la simpatia del mondo sunnita integralista, il tutto condito dai discorsi di cartone di Nasrallah in Libano.
Dall’altra parte innescare ad un Netanyahu, già distratto dalle riforme e l’ascesa degli Haredim e Mizrahim ai vertici del paese, l’orgoglio ebreo che ha contraddistinto Golda Meyer e Moshe Dayan prima e a Ariel Sharon dopo, che alla luce di un attacco al cuore del paese avrebbe (come ha fatto) scatenato una controffensiva contro Hamas con un verso dell’antico testamento: ”Ho fatto miracoli in cielo e in terra, sangue e fuoco e timori di fumo”.
Il film è riuscito, Hamas ha il suo momento di gloria, Israele risponde. Risultato? Accesi i focolai nella regione, aumentato l’odio verso il paese della stella di David e indirettamente con il grande satana a Stelle e Strisce, che subito copre le spalle al suo alleato, e la ciliegina sulla torta: interrompere i negoziati diplomatico/economici tra la corona Saudita ed Israele, costringendo Bin Salman a dichiarare pubblicamente l’interruzione dei colloqui per non avere profondi imbarazzi con gli altri paesi musulmani, il tutto condito dai commenti di circostanza di un certo Putin e un certo Erdogan. Insomma… il festival dell’ipocrisia è servito!
In tutto questo bambini, donne e anziani muoiono, 247 famiglie piangono i famigliari rapiti e Teheran fa da vile spettatore!
43 giorni di guerra…. Si continua sotto gli occhi felici dell’Iran.