Per Israele sarà un Jerusalem Day di fuoco. Il leader dell’organizzazione terroristica di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ha reso una dichiarazione diffusa dai massimi media libanesi e iraniani minacciando nuovamente Israele.
Secondo il leader dell’organizzazione sciita libanese, che ha parlato dal suo bunker sotterraneo, Israele starebbe “sgretolandosi dall’interno” per questioni politiche e l’alleanza tra Hezbollah ed altre organizzazioni terroristiche, con l’appoggio di altri Paesi islamici, “porterà alla definitiva distruzione dello Stato sionista”. “Domani – ha aggiunto – sarà un giorno importante per la liberazione. Abbiamo le capacità e lo dimostreremo. Questa volta non celebreremo il Jerusalem Day con manifestazioni ma con fuoco, armi e resistenza”. Proprio domani (14 aprile 2023) ricorre l’ultimo venerdì di preghiera del mese di Ramadan. In concomitanza con le deliranti dichiarazioni di Nasrallah, Hamas ha rivolto un invito ai fedeli musulmani della Cisgiordania per raggiungere Gerusalemme e trincerarsi al Monte del Tempio. Un’ulteriore prova di forza del movimento terroristico che sfiderà apertamente le Forze di sicurezza israeliane come già verificatosi nelle settimane scorse.
Ma anche dall’Iran giungono clamori di guerra
Il massimo organo militare di Teheran, in vista della “Giornata di Gerusalemme” prevista per venerdì 14 aprile, quando ricorrerà l’evento annuale voluto nel 1979 dall’ayatollah Khomeini, fondatore della Repubblica islamica dell’Iran, ha minacciato Israele con parole di fuoco.
Per le forze militari iraniane lo Stato di Israele cesserà di esistere grazie alla crisi interna ed alla “resistenza islamica” esterna a Israele e le proteste interne stanno “sfidando la natura del regime sionista. “E’ iniziato il conto alla rovescia per il crollo del sionismo”, ha dichiarato lo Stato maggiore delle Forze armate del regime iraniano, ribadendo che “per grazia di Dio, in un futuro non troppo lontano il regime sionista non esisterà più”.
A Teheran, in una sala segreta all’interno del ministero della Difesa e degli armamenti, si è svolta una riunione straordinaria del fronte antisionista. Presenti i rappresentanti di diversi Paesi, con alcune sorprese. Tra i nomi dei partecipanti spiccano quelli dei gruppi Fatemiyoun dall’Afghanistan, Zainbyoun dal Pakistan, Kataib Hezbollah e Al-Nujba e Hashd al-Shaabi dall’Iraq, Hezbollah dal Libano, Kataib Ezzeddin Qassam e Saraya Al-Quds dalla Palestina, Ansarullah dallo Yemen e la Guardia rivoluzionaria islamica iraniana. Al termine della riunione è stato diffuso un video, ripreso anche dai canali palestinesi, che immortala la preparazione di attacchi contro Israele.
L’Iran, nel frattempo, avrebbe trasferito armi alla Siria con il pretesto di aiuti umanitari.
L’agenzia Reuters riferisce che apparecchiature di comunicazione avanzate, sistemi radar e pezzi di ricambio sono stati inviati in Siria per aggiornare il sistema di difesa aerea del Paese. Secondo i media arabi quello a cui si assisterà venerdì sarà uno scenario da “giorno del giudizio” che comprenderà un attacco a Israele da più fronti.
Ed in contemporanea allo sviluppo degli eventi, Arabia Saudita e Siria stanno “scongelando” i loro rapporti, rinsaldando anche quelli con Qatar e Bahrein
A Riyad e Damasco le parti hanno discusso sui primi passi da muovere per risolvere la crisi siriana, confermando la volontà di porre fine alla presenza delle milizie armate nel Paese. Il capo del dipartimento politico di Hamas, Ismail Hanyeh, ha così commentato la reunion tra i Paesi del Golfo e la Siria: “La pace e la riconciliazione regionale sono sulla via del dialogo fiducioso e del negoziato. Le conseguenze della pace tra Iran e Arabia Saudita saranno determinanti soprattutto per lo Yemen”.
Mentre Hezbollah minaccia di celebrare il Jerusalem Day questo venerdì con “fuoco e armi” ed altre minacce incombono, le Forze israeliane sono già in massima allerta nel settore settentrionale del Paese dove sono state schierate batterie aggiuntive del sistema Iron Dome. Anche le difese aeree della IAF sono ora in allerta, insolitamente alta, per il rischio imminente di attacchi. L’intero establishment della sicurezza israeliana si sta preparando per la “Giornata mondiale di Gerusalemme” quando “l’asse del male” guidato dall’Iran potrebbe tentare di sorprendere Israele.
In preparazione al Jerusalem Day iraniano, Israele si sta organizzando per prevenire attacchi informatici, che proprio nell’ultima settimana hanno raggiunto e superato un’apice di 100 incidenti. Una soglia mai raggiunta in fatto di intensità rispetto agli anni scorsi.
Ma oltre che al lancio di razzi da più fronti, Israele potrebbe essere colpita al suo interno da un’ondata di terrorismo senza precedenti. In Cisgiordania e a Gaza, le comunità islamiche sono state sollecitate a muoversi congiuntamente per colpire quanti più obiettivi possibile, compresi gli insediamenti civili.