Haiti, un Paese in fiamme che sta implodendo sotto il peso della violenza delle bande e dell’incapacità di una leadership che non sa dove portarlo. A più di tre anni dall’assassinio del presidente Jovenel Moïse, il paese è un teatro di guerra quotidiana, mentre il resto del mondo sembra preferire guardare dall’altra parte. La domanda che dovrebbe rimbombare in tutte le menti è: come è possibile che un paese intero sia lasciato marcire nel caos senza che la comunità internazionale faccia veramente qualcosa?
Un Paese sotto il giogo delle bande
La situazione ad Haiti è ormai un disastro completo. Le bande armate sono diventate padrone incontrastate di ampie porzioni del paese, inclusa la capitale Port-au-Prince, e hanno ridotto i cittadini a prigionieri nelle proprie case. Le stime parlano di oltre 2.400 omicidi legati a conflitti tra bande solo nel 2024, eppure nessuno sembra preoccuparsene. Le bande non solo uccidono e rapiscono, ma governano, con potere assoluto su strade, quartieri e intere città. E dov’è lo Stato? Non c’è. Le forze di polizia sono impotenti, corrotte e sotto-finanziate. Come ha scritto Le Nouvelliste, solo il 20% della polizia è operativa.
Un Governo fantasma
Dopo l’assassinio di Moïse, il paese ha visto succedersi una serie di governi provvisori incapaci di arginare il caos. Il vuoto di potere è diventato una giustificazione per la dilagante violenza. Ogni tentativo di dialogo politico si scontra con la realtà della corruzione e dell’indifferenza, sia tra le élite locali che nella comunità internazionale. Le ultime trattative politiche, come quelle mediate dalle Nazioni Unite nel 2023, sono finite nell’oblio. Haiti Libre riporta come il paese sia un labirinto di alleanze che non portano a nulla, mentre il popolo soffre in silenzio. La classe politica non ha risposte, e la gente non ha speranza.
Una crisi umanitaria oltre ogni limite
A questo punto, parlare di “crisi umanitaria” ad Haiti è un eufemismo. Le bande hanno preso il controllo delle scuole, degli ospedali e delle risorse vitali. Milioni di persone vivono in condizioni disastrose, costrette a fuggire dalle proprie case, senza cibo, senza acqua, senza sicurezza. Le Nazioni Unite parlano di oltre 1 milione di sfollati, ma chi li sta aiutando davvero? L’aiuto umanitario è ostacolato dalle stesse bande che dovrebbero essere fermate, e la scarsità di carburante paralizza ogni attività. Ogni giorno che passa, più di metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà estrema. Ma nessuna grande potenza sembra abbastanza indignata da muovere davvero le mani per fermare questa spirale di violenza.
Una risposta inutile della Comunità Internazionale
E che dire della risposta internazionale? Gli Stati Uniti, il Canada e gli altri attori globali hanno promesso aiuti, ma sono riusciti a fare ben poco per fermare l’escalation della violenza. Le Nazioni Unite parlano di interventi, ma le missioni di pace sono ormai un lontano ricordo. Haiti ha bisogno di interventi concreti e urgenti, non di parole vuote o missioni simboliche. La verità è che la comunità internazionale è più interessata a non “intromettersi troppo” che a tentare di salvare un paese che sta andando a rotoli.
Haiti merita ancora di esistere così?
La crisi in Haiti è ormai al limite dell’insostenibile. Il paese sta letteralmente scomparendo sotto il peso delle bande e della corruzione. Ogni giorno che passa senza un intervento serio è un giorno in più in cui Haiti scivola più a fondo nel baratro. Il popolo haitiano non ha più tempo. Eppure, nonostante il sangue che scorre e le vite spezzate, la risposta della comunità internazionale continua ad essere una serie di promesse non mantenute e parole di circostanza. Haiti merita di più. Ma probabilmente, il mondo non si sveglierà fino a quando non sarà troppo tardi.