Due terzi delle donne musulmane sposate in Gran Bretagna non hanno matrimoni riconosciuti dalla legge inglese. La motivazione risiederebbe nel non aver aggiunto alla cerimonia religiosa della Nikah anche una cerimonia civile. E’ quanto emerso dall’inchiesta portata avanti dall’emittente britannica Channel 4 nell’ultimo anno e diventata un vero e proprio documentario che denuncia la condizione femminile delle islamiche che risiedono nel Paese.
Il sondaggio ha anche rivelato la posizione delle intervistate nei confronti della poligamia. La stragrande maggioranza delle donne contattate, infatti, ha detto di non desiderare una relazione poligama, e più di un terzo di queste che si trovano ad avere un marito con più mogli non lo accetta.
Sondaggio condotto su 1000 donne musulmane
Il sondaggio su 1000 donne musulmane in tutta la Gran Bretagna, ha rivelato che il 78% delle intervistate vorrebbe un matrimonio legalmente valido. Il 61% ha fatto solo la cerimonia Nikah, con la beffa di non essere riconosciuto dalla legge. L’inchiesta, inoltre, ha scoperto che molte di queste donne non sono consapevoli di non avere gli stessi diritti e tutele concessi alle coppie sposate civilmente. Nella ricerca fatta dall’emittente si è anche rilevato che l’89% delle intervistate non vuole avere una relazione poligama. Poco più di una su dieci ha una relazione poligama. E più di un terzo di queste (37%) non l’ha accettato.
La cerimonia religiosa Nikah, non riconosciuta a livello legale
La Nikah, la tradizionale cerimonia di nozze islamica, ha unito oltre tre milioni di musulmani presenti in Gran Bretagna. Secondo Channel 4, il 99% delle donne interrogate aveva un matrimonio Nikah ma senza una cerimonia civile separata. Il Nikah da solo non è un matrimonio legalmente riconosciuto.
Il matrimonio islamico, a differenza di quello cristiano, non è un sacramento ma un contratto tra famiglie che può essere sia verbale che scritto. Le nozze tradizionali islamiche, infatti, hanno bisogno di una richiesta ufficiale da parte dell’uomo e della donna davanti a due testimoni maschi. Una volta dato il consenso viene incontrato un mese prima della cerimonia l’Imam, che è la guida morale e spirituale della comunità islamica, che decide insieme ai futuri sposi dove svolgere la cerimonia.
I problemi legali del ‘divorzio’
Per la prima volta, dunque, pare sia emerso anche un altro problema che si presenta per lo più, secondo lo studio, al momento della separazione e del divorzio.
Senza i diritti e la protezione garantiti da un matrimonio civile, le donne non hanno la possibilità, in caso di divorzio, di recarsi al Tribunale della Famiglia per dividere i beni al 50 e 50 a seconda del bisogni della coppia e dei loro figli. Un percorso molto più lungo, complicato e soprattutto dispendioso.
Channel 4 parla di responsabilità e punta il dito anche contro gli Imam che non spiegano alle coppie le differenze tra un Nikah e un rito civile. A confermare la tesi c’è anche un altro dato: una sola donna su 10 ha ricevuto dalla guida spirituale consiglio di sposarsi anche civilmente.
Le testimonianze
L’emittente inglese ha raccolto varie testimonianze di donne che hanno raccontato di essersi accorte di non essere legalmente sposate solo al momento della separazione e già di fronte ad un avvocato. Hanno speso enormi quantità di soldi per chiudere una relazione, che però pensavano fosse un matrimonio. Alcune di queste hanno portato come motivi di ‘divorzio’ la scoperta di avere partner già sposati e di non accettare quindi nessun tipo di rapporto poligamo.
In Scozia e Irlanda del Nord legge matrimoniale è stata cambiata in aiuto a questo problema
Channel 4 ha intervistato un avvocato di famiglia, Aina Khan, specialista in giurisprudenza islamica, che ha spiegato il perché la legge svantaggi particolarmente gli islamici. Khan ha sottolineato che la maggior parte dei musulmani non si sposa in un luogo di culto registrato, che è uno dei criteri per essere legalmente riconosciuto, perchè preferiscono sposarsi in casa, in un hotel o in sale affittate. “Un problema che cresce e che ha bisogno di trovare una soluzione”, ha detto Khan.
Nelle vicine Scozia e Irlanda del Nord, invece, per ovviare a questo problema sono state fatte delle modifiche alla legge matrimoniale, permettendo ad un celebrante autorizzato, anche un Imam, di officiare in un qualsiasi luogo il matrimonio ed essere automaticamente riconosciuto legalmente.