I ribelli yemeniti Houthi hanno attaccato questa mattina l’aeroporto internazionale saudita di Abha, con il lancio di quattro droni. L’azione è stata compiuta mediante l’utilizzo di droni Sammad-3 e Qassef-K2, entrambi forniti agli Houthi dal regime iraniano, che hanno colpito la pista e un aereo civile A320 della compagnia saudita Flyadeal rimasto gravemente danneggiato. Non si segnalano vittime.
Il portavoce delle milizie Houthi, il generale di brigata Yahya Sarei, ha annunciato, in una conferenza stampa, che gli attacchi sono stati condotti contro l’aeroporto saudita Abha, “utilizzato per scopi militari dai sauditi per prendere di mira il popolo yemenita”.
Sarei ha sottolineato che l’operazione arriva in risposta ai ripetuti bombardamenti aerei e al “brutale” blocco navale condotti e attuati dal regime saudita. Lalto ufficiale degli Houthi ha anche confermato che le forze armate continueranno le loro operazioni fintanto che la coalizione continuerà nella sua aggressione e nell’assedio dello Yemen.
Il portavoce del Segretario di Stato statunitense Tony Blinken, nella conferenza stampa quotidiana, ha dichiarato: “Condanniamo oggi l’attacco degli Houthi che ha danneggiato un aereo di linea civile all’aeroporto internazionale di Abha, in Arabia Saudita. L’attacco coincide con il primo viaggio dell’inviato speciale statunitense, Lenderking, nella regione e con i suoi sforzi per portare una pace duratura nello Yemen”.
Una dichiarazione scarna da parte degli Usa che persegue una politica di tolleranza nei confronti dei ribelli sciiti Houthi, politicamente e militarmente contigui al regime iraniano, che il neo presidente Joe Biden intendere eliminare dalla Black List delle entità terroristiche mondiali.
Un “ottimo esordio” in materia di politica estera, caratterizzato da una serie incredibile di insuccessi ed errate valutazioni che, oltre a incrinare i rapporti con Israele, Paese da sempre alleato degli Usa, stanno rendendo concreta la possibilità dell’inizio di una nuova guerra fredda con Mosca, stante anche le ultime decisioni, ben poco strategiche dell’amministrazione Usa che proprio oggi ha inviato nuovi bombardieri in Norvegia a scopo “dissuasivo”.