Non può insegnare con il velo. Lo ha deciso la Corte del lavoro di Berlino, in Germania, che ha respinto il ricorso di una maestra musulmana allontanata da una scuola elementare perché indossava l’hijab, il tradizionale velo islamico. La decisione dei giudici si è basata sul “principio di neutralità” che prevede per i dipendenti statali (polizia, insegnanti e funzionari di Corte) il divieto di portare simboli religiosi.
Una sentenza molto attesa che ha trovato il favore anche della politica. Il senatore della pubblica istruzione di Berlino, Sandra Scheeres (SPD), ha accolto con soddisfazione l’esito del processo. “La Corte ha condiviso la nostra opinione legale – ha detto a Welt – La neutralità dello Stato è particolarmente importante in una città cosmopolita come Berlino”.
Tutto è nato quando il Municipio di Berlino ha sospeso e poi trasferito la giovane donna in una scuola professionale perchè si era rifiutata di togliere il velo in classse. A quel punto la maestra, sostenendo una violazione della libertà religiosa costituzionalmente garantita, ha presentato ricorso. Ma per il tribunale del lavoro non c’è stata alcuna discriminazione religiosa. Anzi, secondo i giudici il principio di neutralità ha la precedenza: “La libertà di religione della donna – ha spiegato il tribunale – non ha la precedenza sull’interesse della Regione di Berlino nell’organizzare le scuole primarie secondo il principio della neutralità religiosa”. La maestra potrà ancora ricorrere in Appello.