Presunti finanziamenti libici alla sua campagna elettorale del 2007. E’ l’accusa rivolta all’ex presidente francese Nicholas Sarkozy fermato questa mattina a Nanterre dalla polizia giudiziaria. Al momento, secondo Le Monde, sarebbe negli uffici della polizia proprio per essere ascoltato sulla vicenda. L’inchiesta giudiziaria è partita nel 2013 e riguarda appunto presunti finanziamenti da parte della Libia per la campagna presidenziale del 2007 che portò Sarkozy alla vittoria.
Il “sistema Sarkozy”
Stando alle indiscrezioni pubblicate dal quotidiano francese già nel 2016, i giudici che indagano sulla vicenda avrebbero raccolto numerose testimonianze da ex dignitari libici, diplomatici francesi, funzionari pubblici e uomini d’affari che rafforzerebbero il sospetto di un finanziamento da parte della Libia di Muhammar Gheddafi. L’ambasciatore francese in Libia tra il gennaio 2008 e il febbraio 2011, François Gouyette,è tra questi e avrebbe riferito di aver ricevuto informazioni da due persone diverse su questo argomento: l’interprete e autista Moftah Missouri e un’altra persona di cui non avrebbe fatto il nome. In un caso si è parlato di 5 milioni di euro, nell’altro di 50.
Il contrabbando di armi dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania
I rapporti discutibili con altri Stati e le attività poco chiare dei francesi, però, hanno anche altri risvolti. Contrabbando di armi dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania in favore delle milizie palestinesi è il motivo per il quale un dipendente del consolato francese di Gerusalemme è stato arrestato dallo Shin bet, il servizio segreto interno israeliano. Si tratterebbe del 23enne Romain Franck, che svolgeva mansioni di autista per la rappresentanza consolare transalpina. In più di un’occasione, però, avrebbe attraversato il posto di confine di Erez alla guida di un Suv di colore argento, con targa consolare, a bordo del quale celava armi automatiche da consegnare ai trafficanti legati ai movimenti terroristici palestinesi.
Lo Shin Bet ha riferito che Franck avrebbe confessato di avere trasferito circa 70 pistole e alcuni fucili d’assalto durante cinque diversi viaggi effettuati negli ultimi mesi. Inoltre, avrebbe anche affermato di avere ricevuto le armi da un arabo-palestinese già impiegato al centro culturale francese di Gaza con l’incarico di trasportarle, dietro un compenso complessivo di circa 5,500 dollari, in Cisgiordania.
Nelle medesima operazione, il servizio segreto israeliano ha proceduto all’arresto di altre nove persone coinvolte nel traffico d’armi. Tra queste, una guardia di sicurezza palestinese del consolato francese di Gerusalemme che avrebbe agito in concorso con l’autista della sede diplomatica.
Nella Striscia di Gaza, territorio controllato dalle milizie di Hamas, vivono circa 2 milioni di persone e i confini sono strettamente controllati dall’esercito israeliano che teme le incursioni di cellule legate ai movimenti della cosiddetta “resistenza” palestinese armate e sovvenzionate da sostenitori stranieri membri di organizzazioni di sostegno al terrorismo palestinese.