Le forze mozambicane e ruandesi hanno riconquistato, domenica scorsa, la città portuale di Mocimboa da Praia nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, strappandola al controllo del gruppo jihadista Ahlu Sunnah Waljamaah (ASWJ), alleato dello Stato Islamico.
La cattura della roccaforte di ASWJ, nel nord del Mozambico, è avvenuta in concomitanza con l’arrivo nel paese delle forze militari ruandesi e di quelle della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Meridionale (SADC).
Filipe Nyusi e Mokgweetsi Masisi, rispettivamente presidenti del Mozambico e del Ruanda, hanno infatti avviato la Missione SADC che prevede di schierare almeno 2.100 soldati nel paese e i primi effetti dell’azione si sono visti con la rapida cattura di Mocimboa da Praia, una città che l’ASWJ controllava dall’agosto 2020 dopo tre anni di continue incursioni e razzie.
Il nord del Mozambico, così come il confinante Stato della Tanzania, sono inflazionati dalla presenza sempre più diffusa di fazioni jihadiste dedite al controllo di ampie zone di territorio e delle principali arterie di comunicazione terrestre attraverso le quali gestiscono lucrosi traffici di beni preziosi (avorio e rubini) con i quali finanziano le attività dei vari gruppi.
Tali attività viaggiano di pari passo con quelle classiche della raccolta di elemosine, delle donazioni spontanee il cui trasferimento avviene elettronicamente tramite servizi telefonici (ad esempio quelli offerti da M-PESA o M-KESH) e attraverso prestiti finanziari da privati locali.
Il gruppo jihadista Ahlu Sunnah Waljamaah (ASWJ)
La fazione di derivazione somala, ASWJ (congregazione dei seguaci della tradizione) operante nella zona di Capo Delgado, in passato era nota come un gruppo dedito al sufismo di credo sunnita in opposizione al wahabismo sostenuto e propagandato da Al Shabaab e dall’Isis.
Costituitosi nel 1991, durante la guerra civile somala si era schierato con il generale Muhammad Farah Aidid, contribuendo a respingere il pensiero jihadista dilagante e all’imposizione della Sha’aria nel Paese.
L’ala militare del gruppo si è formata in Congo, Tanzania, Kenya e Somalia e, contrariamente al pensiero predicato in passato e successivamente al giuramento di fedeltà all’Isis, intende creare le condizioni per l’instaurazione di un regime sharaitico, valendosi di alleanze locali ed extraterritoriali tra le quali è emersa quella con gli Shabaab somali.
Gli adepti del gruppo sarebbero migliaia nella sola provincia di Capo Delgado. Il reclutamento avverrebbe tramite legami familiari, social network, promesse di denaro e video diffusi dai movimenti radicali islamici tanzaniani e keniani, legati al leader religioso Abou Rogo neutralizzato dalle forze di sicurezza keniote perché legato al gruppo somalo Al Shabaab.
Il “fattore Mozambico” ha comunque rivelato gli alti rischi di danni collaterali connessi a un intervento diretto contro i miliziani jihadisti. Non sono stati pochi, infatti, i casi di azioni ritorsive contro le popolazioni locali e gli accampamenti delle forze militari impiegate.
Se è vero che è necessario limitare/bloccare la crescita dell’ASWJ e la sua capacità di controllare il territorio a Cabo Delgado, crescono, in proporzione, i rischi di attacchi da parte di simpatizzanti dello Stato Islamico (o di al Qaeda) o di cellule dormienti, in canoni del tutto simili a quelli con cui gli al Shabaab della Somalia lanciarono un attacco a Kampala, Uganda, nel 2010, come punizione per il coinvolgimento del paese nell’intervento in Somalia.
Inoltre, la continua opera di proselitismo e reclutamento condotta dagli emissari di gruppi legati ad ASWJ nelle zone rurali, comporta un costante aumento di nuove reclute da impiegare come utile “carne da cannone”.
L’intervento americano a fianco degli Stati africani coinvolti dal fenomeno jihadista
Gli Stati Uniti, in stretta collaborazione con i governi locali, sono in prima linea per interrompere i metodi di finanziamento dello Stato islamico in Mozambico, JNIM e al-Shabaab, limitando le loro capacità di condurre ulteriori attacchi contro i civili e sostenendo gli alleati negli sforzi per interrompere il finanziamento del terrorismo. A tale scopo, gli Usa e gli alleati africani dei Paesi coinvolti hanno designato per sanzioni/cattura, cinque capi terroristi. Si tratta di Bonomade Machude Omar, Sidanag Hitta, Salem ould Breihmatt, Ali Mohamed Rage e Abdikadir Mohamed Abdikadir, segnalati in base al SDGT, Specially Designated Global Terrorist ai sensi dell’Ordine Esecutivo 13224, come modificato.
Nella lista spicca la personalità di Bonomade Machude Omar, noto anche come Abu Sulayfa Muhammad e Ibn Omar, dirigente dei dipartimenti militare e affari esterni dell’ISIS in Mozambico e comandante/coordinatore principale di tutti gli attacchi condotti dal gruppo nel Mozambico settentrionale.
Durante l’attacco condotto nel marzo 2021 a Palma, Bonomade ha guidato un gruppo di combattenti insieme a Abu Yasir Hassan, leader di ISIS in Mozambico. Risulta, inoltre, avere comandato un altro gruppo di combattenti nell’attacco all’hotel Amarula a Palma, nella provincia di Cabo Delgado e nella regione di Mtwara in Tanzania.
Un altro soggetto di particolare rilevanza è Sidanag Hitta, noto anche come Abu Qarwaniand Abu Abdelhakim al-Kidali. Le informazioni ottenute da varie fonti interpellate lo descrivono come leader e comandante responsabile della regione di Kidal in Mali in seno alla Jama’at Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM). Hitta, inoltre, risulta essere stato tra i responsabili dell’attacco del 20 gennaio 2019 alla base MINUSMA, nella regione di Kidal nel Mali dove si occupava, tra l’altro, della gestione dei prigionieri “comuni” e degli ostaggi.
Nella lista compaiono anche Salem ould Breihmatt, alias Abu Hamza al-Shanqitiand Hamza al-Mauritani, leader del JNIM ed emiro di Arbinda e Serma nella regione di Mopti in Mali; Ali Mohamed Rage, alias Dheere, portavoce di al-Shabaab e alto leader del gruppo. Rage è stato coinvolto nella pianificazione di attacchi che hanno preso di mira aree turistiche e rurali in Kenya e Somalia; Abdikadir Mohamed Abdikadir, alias Ikrima, facilitatore e pianificatore operativo per gli attacchi della fazione di Al Shabaab.
A seguito dell’iniziativa statunitense di designazione “SDGT”, tutte le proprietà e gli interessi dei soggetti oggetto di attenzione verranno segnalate all’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro USA.
Un primo serio passo per il contrasto al terrorismo islamista in una regione geografica assai instabile, dove si assiste ad un progressivo sganciamento delle forze francesi, già preposte alla sicurezza degli impianti e delle attività della Total, in favore dell’impiego di quelle locali, dal Ruanda al Congo per arrivare a Kenya, Tanzania e, appunto, il Mozambico.