Dopo aver governato Cuba per quasi mezzo secolo e essere sopravvissuto a più di 600 tentativi di assassinio, Fidel Castro è morto all’età di 90. La sua scomparsa ha generato reazioni diverse, dal cordoglio dei cubani e della sinistra mondiale, alle scene di giubilo degli esuli e di Donald Trump che non ha esitato a definire Castro nient’altro che un dittatore. In Cina, il presidente cinese Xi Jinping ha elogiato il defunto leader come una “grande persona della nostra epoca“, enfatizzando le “conquiste storiche immortali per lo sviluppo del socialismo mondiale.”. Le parole di Xi non sono certo una sorpresa, considerando che le due nazioni condividono una lunga storia di affinità ideologica e rivoluzionaria.
Pechino e L’Avana hanno avviato relazioni diplomatiche nel 1960, ma a causa delle diverse prese di posizione in gran parte della guerra fredda – con la Cuba di Castro allineata con i sovietici – la collaborazione era piuttosto limitata. Un rapporto a tratti gelido, testimoniato dall’intervista alla giornalista americana, Barbara Walters, del 1977: “Credo che Mao abbia distrutto con i piedi quello che ha fatto con la testa. Io sono convinto di questo. E un giorno il popolo cinese, il Partito comunista cinese dovranno riconoscerlo”. La prima e unica visita del leader cubano in Cina è del 1995. Un viaggio durato nove giorni e che lo portò a visitare Pechino, Xi’an, Shanghai, Shenzhen e Guangzhou. Recentemente, la Cina di Xi e la Cuba di Castro hanno condiviso poco da un punto di vista ideologico, ma hanno forgiato ottime relazioni economiche bilaterali attraverso imprese di telecomunicazioni cinesi e lo sviluppo congiunto di località balneari. Secondo i media cinesi, il volume del commercio tra le due nazioni è pari a circa 2.2 miliardi di dollari all’anno e la Cina rimane il secondo partner commerciale di Cuba. Nell’isola non è strano vedere elettrodomestici cinesi, autobus di marca “Yutong” e carte di credito del circuito UnionPay, a testimonianza del legame ormai inscindibile tra le due nazioni. Nel mese di luglio del 2014, il presidente Xi ha visitato Cuba per vedere “il suo vecchio amico Fidel Castro”.
Solo un mese prima il leader comunista era stato insignito del premio per la pace ‘Confucio’, un surrogato cinese del premio Nobel della pace. Una decisione motivata dal suo approccio non violento per la risoluzione delle controversie internazionali – in particolare nei rapporti con gli Stati Uniti – e dal suo impegno per la non proliferazione. La più recente visita di un funzionario cinese nell’isola caraibica è stata a settembre, quando il premier Li Keqiang è arrivato a L’Avana per offrire sostegno all’ammodernamento di Cuba, presentandosi come un “compagno e un fratello”. Durante la visita Castro ha elogiato la Cina per la sua crescita e gli aiuti allo sviluppo di Cuba. Nonostante le divergenze ideologiche durante la guerra fredda, L’Avana e Pechino si sono dimostrate sempre reciprocamente leali. Una lealtà personificata dalla figura di Fidel Castro, leader del socialismo mondiale che in Cina non sembrano aver dimenticato. La morte del lìder maximo apre diversi interrogativi. Cuba è ormai prossima alla completa trasformazione verso un modello economico capitalista e chissà che a dispensare consigli sulla transizione non saranno proprio i cinesi.