Esportava in Iran attrezzature per arricchire l’uranio. Per questo motivo, in Germania, la polizia ha arrestato un imprenditore, Alexander J., iraniano con cittadinanza tedesca, con l’accusa di avere utilizzato la sua azienda come copertura per procurarsi attrezzature per l’arricchimento del combustibile nucleare da inviare a Teheran.
Secondo gli investigatori, già nel 2018 l’uomo era stato contattato da emissari iraniani per reperire sul mercato attrezzature di laboratorio. A seguito della richiesta, tra gennaio e giugno 2020, l’imprenditore avrebbe spedito in Iran quattro spettrometri, sensori utilizzati per analizzare il campo magnetico attorno ai nuclei atomici, al prezzo di vendita totale di circa 1.100.000 euro.
I materiali oggetto della transazione rientrano tra quelli inseriti nei programmi nucleari e missilistici dell’Iran la cui esportazione è proibita ai sensi del regime sanzionatorio applicato a Teheran. L’imprenditore aveva tentato di richiedere una licenza di esportazione speciale ma, non ottenendola, aveva comunque generato inconsapevolmente una specifica segnalazione all’intelligence tedesca seguita da ulteriori investigazioni.
A conclusione delle attività preventive, su ordine della magistratura, la polizia ha perquisito 11 obiettivi, compresi alcuni appartamenti e uffici nei Land di Amburgo, Schleswig Holstein e Nord Reno-Westfalia, tutti collegati al sospetto. Alexander J., dopo l’arresto, è stato sottoposto a fermo cautelare in attesa di comparire dinnanzi al Procuratore capo per l’interrogatorio di garanzia.
Lo sviluppo, non certo inatteso, di martedì accresce la consapevolezza dell’Occidente sugli sforzi iraniani per incentivare la ricerca allo scopo di munirsi, al più presto, di armamenti nucleari.
Sono numerose le potenze occidentali che hanno a lungo accusato Teheran di andare avanti nell’arricchimento l’uranio di qualità per armi in palese violazione del Piano d’azione congiunto globale (JCPOA) firmato nel 2015. In base alla clausola principale dell’accordo, l’Iran aveva accettato di frenare il suo programma nucleare in cambio della revoca delle sanzioni.
Attualmente gli sforzi per rilanciare l’accordo nucleare si sono rivelati infruttuosi e l’Iran ha più volte confermato i passi avanti nell’arricchimento dell’uranio che, secondo fonti israeliane accreditate, potrebbe raggiungere il “punto di non ritorno” entro due mesi.