Ambasciatore Juan Josè Guerra Abud, è stato affermato più volte come il Messico tema alla Casa Bianca non tanto Hillary Clinton, ma piuttosto Donald Trump. E’ davvero così o è solo uno dei tanti luoghi comuni?
“Una cosa è chiara: il governo del Messico non si immischia, come è giusto che sia, negli affari interni di un altro paese. Il governo messicano ha il pieno rispetto della volontà degli elettori, che siano degli Usa o di un altro paese. Inoltre i rapporti economici, sociali e umani fra gli Stati Uniti e il Messico sono talmente stretti che negli effetti pratici è impossibile scollegare l’uno dall’altro. Ciò che a me personalmente preoccupa, è il fatto che ci siano alcuni dati, riferiti dal signor Trump, che sono totalmente falsi e che stanno di fatto distorcendo la realtà nei rapporti fra il Messico e gli Stati Uniti d’America”.
Il presidente uscente, Barak Obama, ha attuato e mantenuto una politica contro il terrorismo molto ferma e netta. Chi vincerà le prossime elezioni manterrà la stessa mano ferma contro la piaga del terrorismo?
“Io credo che a prescindere da chi vinca, la lotta contro il terrorismo non dipenda tanto se il presidente degli Stati Uniti sia uno o l’altra. La lotta contro il terrorismo è una politica di Stato, in questo caso quello americano, ma c’è da dire che a livello mondiale, globale, nella lotta al terrorismo siamo tutti uniti”.
A proposito di questo, qual è la posizione del governo Messicano nella lotta al terrorismo?
“Si sa che il Messico è contrario ad ogni forma di terrorismo. E si sa anche che il mio paese, in alcune regioni particolarmente, sta vivendo dei forti casi di violenza. Certo, non si tratta di terrorismo, ma una forte presenza di criminalità dovuta ovviamente al traffico di droga”.
La situazione del narcotraffico in Messico, in aumento o si è stabilizzato?
“Ritornando alle elezioni presidenziali ora negli Stati Uniti, ho notato che nessuno dei candidati fino ad oggi nella sua campagna politica ha fatto mai riferimento alla riduzione di consumo di droga in America . Purtroppo, infatti, finchè ci sarà il consumo di droga negli Stati Uniti, questa continuerà ad arrivere attraverso il Messico, il Canada, via mare e via terra. Nei dibattiti dei candidati non sembra essere emerso un programma mirato e specifico contro l’uso e dipendenza da droga. Ed è questo il primo passo da fare. Il mercato di droga negli Stati Uniti è il mercato più grande del mondo. E sfortunatamente il traffico di droga passa per il mio paese. La lotta contro il traffico di droga consumata negli Stati Uniti è costata al mio paese molti soldi e molte vite umane. Uno sforzo che il Messico proseguirà a fare incessantemente. Un dato che è sorprendente è che dal 1990 al 2015, in soli 25 anni, la popolazione del Messico è cresciuta di quasi 40 milioni di abitanti. L’Italia ha 65milioni di abitanti, ma è stata qui da sempre. Il Messico, invece, in soli 25 anni è riuscito a creare infrastrutture sanitarie, scolastiche, stradali, etc per circa due terzi della popolazione attuale italiana e questo solo in 25 anni. E per noi questo dato molto importante è ancor di più una sfida a migliorare e far meglio. Questo però non ha evitato che in alcune parti le popolazioni vivano in povertà. Per questo per noi la sfida più grande è quella di combattere non solo la droga, ma anche la povertà”.
E proprio su questo punto, secondo lei chi dimostrerebbe più polso per far sì che finalmente qualcosa cambi in meglio, la Clinton o Donald Trump?
“Guardi, anche in questo caso la lotta contro le droghe è una politica di Stato e quindi va al di là di chi diventerà fra i due il nuovo Presidente degli Stati Uniti. So che la candidata Hillary Clinton ha già dimostrato una mano ferma su questa situazione . Per quanto riguarda Trump non posso permettermi di dire nulla, in quanto ancora non gli è stato possibile dimostrarlo. Qualora venisse eletto, di certo, avremo una situazione più chiara di come affronterà questo problema”.
Ambasciatore, secondo lei, chi beneficerà di più tra i paesi Europei a seconda se vince il sottosegretario Hillary Clinton o il magnate Donald Trump?
“Non mi sento di dare un’opinione su una persona in particolare , ma credo che un presidente che dovesse chiudere la propria economia, di sicuro andrebbe a discapito, non solo del proprio paese, ma anche degli altri”.
L’America assomiglia ad un dinosauro un po’ addormentato sulle proprie certezze. Non trova?
“Io non mi permetterei di dire questo. L’America è comunque un paese molto attivo, molto dinamico . E’ un grande paese, nonché un’autorevole, grande potenza mondiale. E credo che giochi un ruolo molto importante nella politica mondiale. Ovviamente è fondamentale che non ci sia una chiusura. Se gli Stati Uniti si chiudono chiaramente poi si chiuderanno al dialogo anche altri paesi”.
Nel caso vinca Hillary Clinton, sarebbe di fatto la prima donna a rivestire la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America. Secondo lei, come reagiranno a questa nuova figura potenze come la Russia e la Cina?
“In questo momento tutti i Paesi stanno interagendo. Non so in che modo reagiranno né l’uno, né l’altro al nuovo Presidente americano, ma comunque vada il rapporto con il Messico è talmente stretto e vincolato che ne sarà nel bene o nel male influenzato in qualche modo. Inoltre, gli Stati Uniti e il Messico giocano insieme nell’economia globale. Nel 2011 c’erano circa 11milioni di messicani, o comunque di origine messicana negli Stati Uniti e questo significa il 4% della popolazione in America. La maggior parte abita non solo in Illinois, ma anche in California (37%), Texas (21%), Los Angeles (15%), Chicago (6%) e Dallas (5%). Territori in cui le economie, nel 2011, sono cresciute al di sopra della media nazionale. I messicani negli Stati Uniti, inclusi quelli di seconda e terza generazione, contribuiscono con 8% del PIL degli Stati Uniti (dati Fondazione BBVA Bamncomer, 2012)” .
Possiamo quindi dire che il Messico non è più il “fratello povero” degli Stati Uniti. Anzi, tutt’altro?
“Il Messico esporta 296miliardi di dollari verso gli Stati Uniti e importiamo 235miliardi. Questo significa che c’è un deficit di circa 60miliardi di dollari tra gli Stati Uniti e il Messico. In realtà il deficit degli Stati Uniti con il Messico e il problema della mano d’opera non è dovuto certo a causa del nostro paese. Infatti, se il Messico esporta $1,25 per ogni $1 d’importazioni Usa, gli altri paesi no. La Germania esporta $2,5, il Giappone $2,1 e la Cina $4,6 per ogni dollaro importato. Un altro dato che il candidato Trump ha criticato tanto è quello riguardante l’industria motomotrice. Le automobili che vengono assemblate in Messico, (il 45%) proviene dagli Usa , e l’altro 55% si produce in Messico. Ma questa produzione a sua volta è spesso formata da altri componenti che comunque provengono dagli Stati Uniti. La Ford manda il 45% dei pezzi in Messico per essere assemblata , e parliamo di imprese che si trovano comunque in Messico e forniscono questo restante 55% a loro volta importano altre parti dagli Usa. E se si considera che il il 75% dei componenti di un auto che si fabbrica in Messico è un auto che proviene dagli Stati Uniti. Quindi queste vetture che vengono assemblate in Messico e si esportano verso tutto il mondo, di fatto generano molti posti di lavoro. Il Messico inoltre ha firmato 12 accordi di libero scambio che ci permette di esportare dei prodotti sempre sotto il regime di libero scambio a circa 45 paesi nel mondo . Tra i quali anche l’Europa. Quindi, chiunque dica che il Nasdaq ha in qualche modo danneggiato i posti di lavoro negli Stati Uniti è un ignorante, e lo dico fermamente convinto”.
Dati alla mano il Messico è fondamentale per l’economia degli Stati Uniti d’America.
“Storicamente il Messico è stato ed è un alleato degli Usa, sotto molti aspetti. E senza dubbio l’effetto della crescita della popolazione ha coinvolto il mio paese. Il Messico per ragioni storiche e culturali ha vissuto per anni molti tabù, riguardanti alcune posizioni giuridiche, come il tema dell’energia o dell’educazione. E dal primo anno dell’amministrazione del presidente Enrique Peña Nieto, sono state finalmente realizzate 11 importanti riforme. Come quella energetica ad esempio. Prima di questa riforma l’energia era monopolio dello Stato messicano, oggigiorno invece si apre agli investimenti stranieri privati. Non a caso imprese italiane come l’Enel o l’Eni stanno investendo miliardi di euro, di dollari per produrre energia pulita nel nostro paese”.
Da questi legami sempre più stretti fra Stati Uniti e Messico cosa auspica accada in futuro?
“Se lei mi chiede cosa a me piacerebbe, è quello di risolvere il grande problema della violenza che registriamo a causa del traffico di droga in alcune zone del mio paese. In altre si vive in tutta sicurezza esattamente come qui a Roma. Se lei quindi mi chiede cosa mi auspico è che gli Stati Uniti diminuiscano il loro consumo di droga. Perché anche grazie a questo saremmo nel mio paese più sicuri. Infatti, se riuscissimo unitamente a sradicare questa violenza il Messico potrebbe crescere e migliorare ancora di più. Spero quindi che in futuro si prendano le decisioni al riguardo più adeguate”.
Magari risolvendo questa situazione, anche l’immigrazione verso gli Usa si ridurrebbe, non trova?
“Non sono in possesso della cifra esatta, ma già da ora sembra che la percentuale di immigrazione verso gli Stati Uniti si stia riducendo. Anzi c’è una tendenza che vede molti messicani tornare verso il proprio paese. Da sempre infatti il Messico investe risorse in programmi di educazione e salute, inclusione finanziaria e opportunità economiche, attue ad aumentare la partecipazione del popolo sia a livello civico che culturale. Molti americani e non solo, scelgono il nostro paese non solo per le loro vacanze o ritiri, ma anche per buoni investimenti lavorativi. Ma ci tengo a ribadire che gli Usa sono un grande paese. Io stesso ho studiato in America, dove ognuno ha la possibilità di realizzarsi e crescere”.
Possiamo dire che se lo sforzo che l’America mette per bloccare gli immigrati al confine, lo attuasse anche e in maniera mirata per bloccare il traffico di droga non sarebbe male?
“Sarebbe una buona idea”.