Il dato più significativo della consultazione elettorale nel Paese scandinavo è il risultato ottenuto dal partito anti-immigrati che sfiora il 20%, raggiungendo un traguardo che era già da tempo nell’aria.
La Svezia ha votato, confermando l’ascesa della formazione anti-Ue e anti-immigrati. A seggi chiusi, nel Paese dove si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Parlamento, dai primi exit poll era già emerso che il blocco della sinistra (40,6%) non avrebbe ottenuto la maggioranza per governare. Stessa storia per il centrodestra che si ferma al 40,3%.
I socialdemocratici sono arrivati al 25,4% circa (dati pubblicati dalla svedese TV4), i moderati al 18,4%, i democratici Svedesi al 16,3%, la sinistra al 9,8%, mentre i centristi si fermano al 9,4%, poco sopra i cristiano democratici che hanno raggiunto il 6,6%. Male i Verdi (5,8%) e i liberali ( 5,7%). Un dato che colpisce visto che i socialdemocratici hanno dominato la politica svedese per anni.
Julia Kronlid, vice presidente dei Democratici svedesi, commentando durate lo spoglio i risultati parziali, ha parlato di “un successo fantastico. Siamo il secondo partito più grande in questi exit poll, i sondaggi ci hanno sottovalutati. Credo che i risultati definitivi saranno ancora migliori”.
Il partito anti-Ue ago della bilancia per la formazione del governo
La vera svolta è, quindi, l’avanzata del partito degli Svedesi Democratici, antieuropeista e anti-immigrazione, che è riuscito a crescere rispetto al 2014 anche a causa dell’arrivo di immigrati islamici nel Paese e che egli ultimi anni ha registrato un vero e proprio boom. Il fenomeno della radicalizzazione è sempre più forte e i giovani musulmani vengono fomentati nelle moschee e nei quartieri definiti “No go zone” all’odio contro ebrei e cristiani perché ritenuti miscredenti. E, sempre negli ultimi anni, sono aumentati i casi di violenza da parte di immigrati ai danni di donne svedesi e non solo.
Il risultato del voto non ha portato la governabilità e a questo punto, i due blocchi (quello di centrodestra e quello dei socialdemocratici), dovranno fare i conti con il partito già ribattezzato di estrema destra. Sui maggiori media europei, infatti, si parla di “ondata nera” in Svezia, anche se non ha dilagato come previso nei sondaggi. Il 17,7%, però, non è da sottovalutare. I 62 seggi degli Svedesi Democratici sono l’ago della bilancia per la formazione di una maggioranza e il leader Jimme Akesson ne è consapevole:”Chiunque capisca che può parlare con me, capirà anche che questo è il modo più semplice per formare un governo per i prossimi 4 anni”, ha detto.
Il voto in Svezia, dunque, è lo specchio dell’Europa che va in frantumi e la conferma di come la sinistra non riesca più a intercettare i bisogni del popolo.
Dopo i primi risultati degli exit poll, dall’Italia è arrivato il commento del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini: “La Svezia patria del multiculturalismo e modello della sinistra, dopo anni di immigrazione selvaggia ha deciso finalmente di cambiare – ha detto – Ora anche lì dicono no a questa Europa di burocrati e speculatori, no ai clandestini, no all’estremismo islamico. La forte affermazione di Jimmie Åkesson è l’ennesimo avviso di sfratto ai Socialisti: a maggio, alle elezioni Europee, completeremo l’opera del cambiamento fondato sui valori del lavoro, della sicurezza e della famiglia”. Il Ministro ha poi aggiunto: “Contestiamo che tutta la stampa italiana parli di “estrema destra” per definire chi vuole controllare l’immigrazione”.