Ekrem İmamoğlu, la vendetta del Sultano. Recep Tayyip Erdoğan, non le manda certo a dire e si è tolto l’ennesimo sassolino dalla scarpa. Tuttavia questi sassolini cominciano a moltiplicarsi esponenzialmente ed in maniera direttamente proporzionale al calo del suo consenso.
Ekrem İmamoğlu, il sindaco di Istanbul e figura di spicco dell’opposizione, è stato arrestato si vocifera su presunto ordine del Sultano, in un’operazione che ha suscitato il biasimo generale dell’opinione pubblica interna e della Comunità Internazionale.
Sotto la lente c’è la crescente repressione nei confronti degli oppositori politici del reuccio di Ankara, altresì ci si interroga sulla reale salute della democrazia in Turchia.
Chi è Ekrem İmamoğlu?
Nel 2019 questo sconosciuto businessman è diventato sindaco della più grande città e polo economico della Turchia, infliggendo una sonora sconfitta a Erdogan e al suo Partito della Giustizia e dello Sviluppo dopo un dominio incontrastato durato quasi un quarto di secolo. La perdita di Istanbul è stata talmente un colpo al cuore per il Sultano che difficilmente avrebbe mollato la presa, e infatti dopo soli 18 giorni il risultato delle elezioni venne annullato e il mandato di İmamoğlu revocato per presunte irregolarità nel voto.
Le elezioni vennero ripetute dopo pochi mesi, ma che videro nuovamente l’affermazione di Imamoglu, e con un margine ancora maggiore sull’altro candidato. Il suo partito, il CHP ottenne un consenso ancora più ampio in un contesto di forte declino economico.
Significativa una frase del neo sindaco di Istanbul durante la campagna elettorale: “Credo che i cittadini di Istanbul daranno la risposta necessaria a questa ingiustizia alle urne, grazie alla loro fede nella democrazia. E se Dio vuole, i vincitori saranno Istanbul e la democrazia”.
Il discusso arresto e il presunto reato di diffamazione
Secondo le fonti ufficiali turche, İmamoğlu è stato arrestato con l’accusa di “diffamazione” a causa di dichiarazioni rilasciate nel 2019. Il caso ha radici in un discorso che il sindaco aveva fatto subito dopo la sua elezione, in cui criticava la Commissione elettorale turca per aver annullato la sua vittoria alle prime elezioni di Istanbul. La condanna, che prevede una pena di prigione, è stata vista da molti osservatori come una manovra da parte di Erdoğan per eliminare uno dei suoi principali avversari politici. Ma ovviamente i “delatori illustri” del neosindaco hanno calcato la mano, integrando all’azione persecutoria i reati più consistenti di corruzione e terrorismo contro la municipalità metropolitana di Istanbul (IBB) in complicità con altre 91 persone. Il tentativo non così velato evidentemente è quello di minare la credibilità di un’opposizione che cresce sempre di più nella regione.
È notizia di poche ore fa che si siano appena concluse le deposizioni di Ekrem İmamoğlu presso il tribunale di Istanbul a Çağlayan nell’ambito dell’indagine sulla “riconciliazione urbana” e sulla “corruzione” ed è stato confermato il rinvio a giudizio.
Secondo le informazioni e i documenti ottenuti nell’ambito dell’indagine, Ekrem İmamoğlu, sindaco dell’IBB; Mahir Polat, vicesegretario generale dell’IBB; Resul Emrah Şahan, sindaco della municipalità di Şişli; Mehmet Ali Çalışkan, presidente dell’Istituto per le riforme; A.B., un sospetto latitante che è risultato essere attivo nella struttura ideologica dell’organizzazione terroristica PKK/KCK; H.A., un dipendente della Spectrum House di proprietà di A.B. e che è risultato aver trasferito personale nelle aree rurali dell’organizzazione terroristica nel 2018; e Ebru Özdemir, vicesindaco della municipalità di Şişli, erano coinvolti nell’attività di “riconciliazione urbana”.
Mentre si afferma che l’ammontare della corruzione nelle gare d’appalto è di 560 miliardi di TL, è stata sequestrata anche la società İmamoğlu Construction. D’altra parte, è stato arrestato anche Ertan Yıldız, noto come il “sindaco ombra”. Il numero di detenzioni è salito a 90.
La reazione interna dei sostenitori e della società turca
L’arresto di İmamoğlu ha suscitato reazioni forti tanto in Turchia quanto a livello internazionale. Secondo i media turchi, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Istanbul e altre città per protestare contro l’arresto, denunciando la repressione della libertà di espressione e della democrazia.
A Trabzon, città natale di Ekrem İmamoğlu e roccaforte del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP), in migliaia sono scesi in strada e hanno manifestato la loro reazione scandendo slogan “il governo si dimetta”. A Konya, un’altra delle città in cui l’AKP è dominante una folla immensa ha manifestato contro l’arresto di İmamoğlu. Ad Adana, decine di migliaia hanno marciato contro le barricate erette da centinaia di agenti di polizia.
I partecipanti a una manifestazione nel parco Saraçhane a sostegno del sindaco di Istanbul detenuto lanciano bottiglie contro la polizia e fanno esplodere fuochi d’artificio. Si arrampicano anche sugli alberi.
La polizia sta usando gas lacrimogeni e respinge i partecipanti che cercano di sfondare le barricate che bloccano l’accesso a via Atatürk. Al momento la polizia si è spostata più in profondità nel parco, vicino al municipio dove si sta svolgendo la manifestazione.
In Turchia la politica è in subbuglio, le manifestazioni di sostegno a Imamoğlu continuano a crescere. Le reazioni della popolazione indicano un cambiamento significativo nell’atmosfera politica turca.
Alcuni membri dell’opposizione hanno definito l’episodio come un ulteriore passo verso un regime autoritario.
La reazione della comunità internazionale
Si assiste in Turchia negli ultimi anni ad un aumento significativo della repressione politica e sociale con l’arresto di numerosi giornalisti, attivisti e oppositori. Le forze di sicurezza turche sono accusate di monitorare e perseguire in modo sempre più aggressivo chiunque rappresenti una minaccia per il regime di Erdoğan. L’intelligence internazionale, in particolare quella proveniente dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, segnala una preoccupante tendenza autoritaria che sta caratterizzando la politica turca, che potrebbe influire sul futuro delle relazioni internazionali del paese.
Organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch hanno denunciato sistematiche violazioni dei diritti civili e politici nel paese. L’Unione Europea e Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per la direzione che sta prendendo il governo turco sotto la leadership di Erdoğan.
Quali le prospettive future
L’arresto di İmamoğlu potrebbe segnare un nuovo capitolo nella lotta tra il governo di Erdoğan e l’opposizione turca. Se, da un lato, l’operazione potrebbe indebolire temporaneamente l’opposizione, dall’altro, potrebbe anche rafforzare il sostegno a İmamoğlu, visto come un martire politico da molti turchi che si oppongono al governo. Le elezioni future potrebbero essere decisivi per il futuro politico della Turchia, ma la comunità internazionale dovrebbe monitorare attentamente la situazione e denunciare i pericoli di autoritarismo tanto cari al Sultano di Ankara.