Egitto ancora nel caos. Centinaia di manifestanti sono scesi in piazza nella tarda serata di ieri per chiedere le dimissioni del presidente Abdelfattah al Sisi. Le dimostrazioni sono iniziate raccogliendo l’appello lanciato all’inizio di settembre sui social media da Mohamed Ali, un imprenditore egiziano in esilio in Spagna, che aveva accusato al Sisi e il suo entourage di corruzione. L’invito alla rivolta è stato subito raccolto e fomentato dai Fratelli musulmani che, in aggiunta, accusano il presidente di detenere il potere solo grazie all’apparato repressivo fornito dall’appoggio incondizionato dell’esercito e di buona parte delle forze di sicurezza.
“Il popolo vuole la caduta del regime”
Nella capitale, Il Cairo, tutto ha avuto inizio con un raduno di attivisti di fronte agli uffici della stampa estera in Egitto, probabilmente non a caso. Il corteo, ingrossatosi lungo il percorso, si è diretto verso piazza Tahrir gridando slogan contro il governo e abbattendo le immagini del presidente al Sisi incontrate sulle strade. La piazza, luogo simbolo della primavera egiziana dove nel 2011 si radunarono centinaia di migliaia di persone per chiedere la destituzione dell’allora presidente Hosni Mubarak, è stata subito invasa dal folto gruppo di manifestanti che hanno bloccato il traffico veicolare. Quasi immediato l’intervento delle forze di polizia che hanno bloccato gli ingressi alla piazza e disperso la folla con il lancio di lacrimogeni ed effettuando decine di arresti. Lo slogan “il popolo vuole la caduta del regime” è stato scandito anche in altre città egiziane, da Damietta ad Alessandria, da altri cortei improvvisati.
Il presidente Abdelfattah al Sisi, al corrente della situazione incandescente, è partito comunque oggi per New York, dove mercoledì prenderà la parola davanti all’Assemblea generale dell’Onu.
Le manifestazioni di ieri sera sono le prime nel Paese delle piramidi dal luglio 2013, quando portarono a un colpo di stato proprio del generale al Sisi che provocò la caduta del regime islamista dell’allora presidente Mohamed Morsi, deceduto nel giugno di quest’anno durante un’udienza a suo carico davanti al tribunale de il Cairo.