La moschea al-Rawdah, nel villaggio egiziano di Bir el-Abed, è stata teatro dell’ultima efferata strage targata Isis. Gli assalitori, giunti a bordo di 4 fuoristrada, avrebbero dapprima innescato alcune cariche esplosive di fronte all’ingresso del luogo di culto e successivamente aperto il fuoco con armi automatiche contro i fedeli in fuga. Dopo aver circondato l’edificio, i terroristi si sarebbero accaniti sparando anche contro le ambulanze impegnate a trasportare i feriti, provocando anche l’incendio di alcune di esse.
Il drammatico bilancio, al momento, è di 235 morti e 140 feriti
L’attentato ha inteso colpire i fedeli al termine della preghiera del venerdì, mentre stavano uscendo dalla moschea, frequentata prevalentemente da musulmani della corrente Sufi che, nel recente passato, hanno rifiutato ogni forma di collaborazione con lo Stato islamico, offrendo appoggio al governo di Al Sisi nella lotta al terrorismo.
Il gruppo armato sarebbe giunto a Bir el-Abed dalla città costiera di el-Arish, capoluogo del governatorato del Sinai, distante poco più di 40 chilometri dal luogo della strage e che si conferma come un baluardo imprendibile dello Stato Islamico nel Sinai nel suo tentativo estremo di rifondare un Califfato locale. Gli attentatori apparterebbero, infatti, ad Ansar Bayt al-Maqdis, una formazione islamista locale che ha giurato fedeltà all’Isis dal 2015 fondando la Wilayat Sinai, la provincia del Sinai del Califfato Islamico di Abu Bakr al Baghdadi.
Nel pomeriggio, l’esercito egiziano ha comunicato di avere effettuato un’operazione, non lontano da Bir el-Abed, durante la quale avrebbe colpito una colonna di mezzi utilizzati dai terroristi responsabili della strage, uccidendone 15.
L’attentato è stato subito condannato dall’imam Ahmed al-Tayeb del centro universitario sunnita egiziano di al-Azhar che ha dichiarato ”fondamentale respingere con tutta la forza possibile i terroristi e i loro crimini”. Il presidente egiziano al-Sisi, a seguito dell’attentato, ha indetto una riunione di emergenza del governo in seguito all’attentato, proclamando 3 giorni di lutto nazionale.