La notte che abbiamo vissuto, incollati ai mezzi di informazione nazionale e internazionale, è stata per molti aspetti un déjà-vu del 7 ottobre. Come già in quella data tremenda per Israele e per l’intera umanità che ha a cuore la vita, la democrazia e la libertà, dopo poche ore dai massacri già si pensava alle conseguenze. Mentre lo Stato ebraico ancora piangeva e contava i suoi morti, i nostri media erano immediatamente preoccupati di quella che sarebbe stata la reazione israeliana all’attacco nazi islamista di Hamas.
Con lo stesso identico riflesso condizionato, mentre da Teheran veniva annunciata l’aggressione ad Israele ed il lancio di centinaia di droni, di missili da crociera e balistici da parte dei Pasdaran sui nostri media, senza curarsi minimamente dell’effetto potenzialmente letale che questi avrebbero potuto produrre, ci si preoccupava dell’eventuale contrattacco.
E così, mentre sugli schermi scorrevano le immagini dei cieli di Israele illuminati a giorno dall’arrivo delle bombe iraniane e dal sistema antimissile Iron Dome che ne intercettavano la minaccia, abbiamo assistito agli sproloqui di giornalisti, opinionisti ed esperti di strategie militari interrogarsi su cosa avverrà e incolpare Israele per aver scatenato la reazione iraniana (vergognoso) in seguito all’attacco che ha decapitato i vertici dell’organizzazione para militare delle Guardie della Rivoluzione, da sempre dedita al terrorismo e alla violenza all’esterno e all’interno del paese.
Dei civili israeliani, delle ore drammatiche vissute dalla popolazione, della bambina beduina di 10 anni definita “ragazza” dai giornalisti di Rainews24 per tutta la notte( evidentemente per l’emittente pubblica solo i palestinesi per loro sono bambini fino ai 16 anni o giù di lì), poco ha interessato nelle lunghe ore di diretta, nel corso del quale il mantra è stato per ore la reazione di Israele.
E come il 7 ottobre, dopo i massacri, gli stupri, le decapitazioni Israele per i nostri media deve (dovrebbe) usare moderazione contro un paese governato da folli fondamentalisti islamisti, primo sponsor del terrorismo internazionale con oltre 30 gruppi che agli ayatollah fanno riferimento e da loro prendono ordini, che da decenni predicano la distruzione della “entità sionista”, come loro definiscono Israele, e che è prossimo all’acquisizione della bomba atomica nel proprio arsenale.
Dopo questa nottata che ha tenuto tutto il mondo libero col fiato sospeso, così come dopo il 7 ottobre, Israele ha il DIRITTO di difendersi anche con una guerra preventiva se ritenuta necessaria, e le democrazie hanno il dovere di sostenerla e proteggerla senza ambiguità e senza distinguo come hanno fatto in nottata Usa e Francia, collaborando assieme a Tsahal all’abbattimento di droni e missili in arrivo sul territorio israeliano.
Come a Gaza, Israele si troverà in prima linea a combattere contro i nemici dell’umanità e a fare il lavoro sporco per tutti cercando di spezzare un asse Iran/Russia/Cina sempre più pericoloso per le sorti del pianeta ed é evidente che lasciare solo lo Stato Ebraico da parte delle democrazie occidentali sarebbe criminale. Ben venga l’aiuto di quella parte di mondo arabo stanco di guerre e soprusi, che dia sostegno a Israele in questa battaglia, come fatto dalla Giordania stanotte. Se lo vogliamo, l’accordo chiamato Pace di Abramo con l’Arabia Saudita non è così lontano, con la speranza che si mozzino definitivamente le teste di un regime criminale come quello iraniano e dei suo lacchè, Hamas ed Hezbollah.