Solo nelle ultime 24 ore, a Bristol e Amsterdam, due località ben distinte, si sono verificati attacchi sferrati a colpi di armi bianche, sottovalutati dai media mainstream, ma chiari ed inequivocabili segnali oggettivi di continuità da parte dei seguaci di al Baghdadi e, soprattutto, della loro piena ed immediata adesione al suo invito a colpire.
L’audio messaggio di al Baghdadi
L’ultima parte dell’audiomessaggio, presumibilmente riconducibile a Abu Bakr al Baghdadi che “al Furqan media foundation” ha diffuso nei giorni scorsi, sebbene rivolto per capitoli alle varie zone di influenza del Califfato, è finalizzata a stimolare una maggiore incisività negli attacchi da perpetrare soprattutto nel continente europeo, con le modalità di esecuzione già sperimentate da diversi mesi a questa parte: “O voi che supportate lo Stato islamico sui media e sul campo, proclamiamo la buona notizia, lo Stato islamico è in buona salute e ciò perché è la volontà di Allah, ed è ciò che vi dovete attendere da Allah, una esistenza migliore ed eterna (maggiore di qualsiasi altra cosa). Così come ti consigliamo anche di non credere vere le notizie riguardanti lo Stato islamico diverse da quelle che provengono dallo Stato islamico, sai bene che esiste una guerra dei media contro lo Stato islamico. E ci congratuliamo con i leoni delle terre dei crociati, in Canada, in Europa e altri Per le loro azioni benedette a sostegno dei loro fratelli, che Allah li benedica e accetti da voi i vostri echi lodevoli, quindi, o tu che sei simpatizzante, segui questo percorso, fai i preparativi e poni tutta la tua fiducia nel nostro Signore e sferra colpi che devono terrorizzare il cuore e ricorda che un solo colpo, o una pugnalata nelle folle o una singola esplosione in cui ti trovi, o investimenti sulle strade, è l’equivalente a un migliaio di operazioni nella terra dove ci troviamo, in modo da aumentare la consapevolezza e afferrare la fiamma della guerra per bruciare i crociati e gli apostati”.
Il discorso dell’ideologo di al Qaeda
Al discorso dell’autoproclamato Califfo ha fatto seguito, dopo poche ore, il messaggio di Ayman al Zawahiri, l’ideologo di al Qaeda, i cui contenuti di stimolo all’unità (tawhid) della comunità islamica contro i miscredenti, già in parte sottolineato da al Baghdadi anche in passato, è apparso come una parziale adesione agli input del leader del Daesh, da considerarsi quasi un segnale rivolto alle cellule dormienti di al Qaeda, disseminate anche in Europa, affinchè uniscano i loro sforzi a quelle che si identificano nell’Isis, facendo causa comune in nome della jihad.
L’America sospende i contributi per i rifugiati palestinesi
E in questo panorama si potrebbe inserire anche la recrudescenza di violenze perpetrate nelle ultime settimane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza da parte dei movimenti filo-palestinesi, primo fra tutti Hamas, ma anche da alcune fazioni locali aderenti al Daesh. Proprio in tale contesto, si inserirebbe la decisione del Dipartimento di stato americano di sospendere i contributi all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei rifugiati palestinesi, più volte accusata di svolgere un’azione politica che ha l’effetto di radicalizzare il conflitto arabo-israeliano, alimentando le aspirazioni di un gruppo che vede in Israele la causa della propria precarietà politica e sociale. L’Unrwa ha replicato, in più di un’occasione, che il proprio sostegno ai rifugiati impone la neutralità tra le parti in lotta, considerando, comunque, Hamas, come un movimento politico e non solo terroristico. Gli Usa affermano, nel comunicato diffuso, che in futuro “intensificheranno il dialogo con l’Onu e altre parti interessate su nuove tipologie di approccio nell’aiuto ai rifugiati palestinesi”.
Le minacce dell’Isis a Trump e Netanyahu
Quasi in concomitanza con la divulgazione della dichiarazione del Dipartimento di stato Usa, sui maggiori social network è comparso una immagine del presidente americano Donald Trump e del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ritratti sotto la minaccia di un miliziano del Daesh, con la cupola della moschea al Aqsa di Gerusalemme sullo sfondo e accompagnata dalla scritta: “Giuriamo di spezzarvi il collo e versare il vostro sangue nel cortile di Al Aqsa e in ogni dove, questa è la promessa di Allah e la realizzeremo. State attenti, la nostra venuta sarà la più terribile e amara”.
Pur non volendo accreditare oltremodo le ormai consuete minacce mediatiche dell’Isis, in periodi non lontani, sono emersi chiari segnali di un deciso avvicinamento dell’Isis alla causa dei palestinesi, che potrebbero rappresentare il preludio ad una unione di intenti con la rinascente al Qaeda, più volte espressasi in favore di un più incisivo appoggio nella lotta contro Israele.