Dopo 90 giorni di guerra in Ucraina, arriva la prima defezione di livello in Russia. Boris Bondarev, dal 2019 consigliere presso la missione russa alle Nazioni Unite, a Ginevra, ha presentato la dimissioni accompagnate da una lettera che è un duro j’accuse verso Mosca e la decisione di invadere l’Ucraina. “Oggi ho rassegnato le dimissioni dal servizio diplomatico russo – si legge nella missiva affidata all’avvocato internazionale Hillel Neuer, direttore esecutivo di UN Watch – Per vent’anni della mia carriera diplomatica ho visto diverse svolte della nostra politica estera, ma non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese come il 24 febbraio di quest’anno”.
Nonostante questa prima defezione, l’orizzonte della pace sembra ancora lontano. L’orologio dell’Ucraina è fermo al 24 febbraio scorso, quando la Russia di Vladimir Putin ha invaso un paese sovrano. E anche l’orizzonte di Bondarev è carico di nubi nere. La sua posizione lo esporrà alle ritorsioni del Cremlino e il diplomatico ne è consapevole. Tuttavia, questo non gli ha impedito di lasciare il suo incarico e di prendere le distanze dal governo russo e da Putin.
Dopo 90 giorni di guerra in Ucraina, si apre una crepa all’interno del sistema di potere costruito da Putin?
Dopo 3 mesi di bombe, morti, devastazione e bugie, forse si apre una crepa all’interno del sistema di potere costruito dal presidente russo. Ma è ancora presto per dire se la crepa si allargherà o rimarrà un caso isolato. La struttura politica e economica che sostiene Vladimir Putin è ben radicata e poggia su corruzione, violenza, violazione dei diritti e tanto denaro. Bondarev conosce bene quegli ambienti e anche le motivazioni che hanno condotto al conflitto. “La guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina – aggiunge – e di fatto contro l’intero mondo occidentale, non è solo un crimine contro il popolo ucraino ma anche, forse, il crimine più grave contro il popolo russo. Coloro che hanno concepito questa guerra vogliono solo una cosa: rimanere al potere per sempre, vivere in pomposi palazzi, navigare su yacht paragonabili per tonnellaggio e costi all’intera Marina russa, godendo di potenza illimitata e completa impunità. E per raggiungere questo obiettivo sono disposti a sacrificare tutte le vite necessarie. Migliaia di russi e ucraini sono già morti solo per questo”.
Un sistema di potere che non sarà facile scardinare, dunque, e che annienta ogni forma di opposizione proprio perché radicato nel sistema e in tutti i gangli dello Stato. E anche il coraggio di Bondarev, forse, sarà difficilmente riconosciuto non trovando adeguato spazio nella cronaca quotidiana della guerra e nelle ricostruzioni degli analisti. Invece è una straordinaria testimonianza di quello che davvero accade in Russia, al netto della propaganda.
“Il ministro Lavrov è un buon esempio del degrado di questo sistema”
“Mi dispiace ammettere – prosegue Bondarev nella lettera – che in tutti questi vent’anni il livello di bugie e mancanza di professionalità nel lavoro del ministero degli Esteri è cresciuto continuamente. Tuttavia, negli ultimi anni, questo è diventato semplicemente catastrofico. Invece di informazioni imparziali, analisi imparziali e previsioni sobrie, ci sono cliché di propaganda nello spirito dei giornali sovietici degli Anni ’30”. Il diplomatico non risparmia nessuno e tira in ballo anche il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, uno dei frontman della propaganda russa.
“È stato costruito un sistema che inganna se stesso – scrive ancora il diplomatico – Il ministro Lavrov è un buon esempio del degrado di questo sistema. In 18 anni è passato dall’essere un intellettuale di cui molti miei colleghi avevano un’alta stima a una persona che trasmette costantemente dichiarazioni contrastanti e minaccia il mondo (cioè anche la Russia) con armi nucleari. Oggi il Ministero degli Affari Esteri non si occupa di diplomazia ma di guerra, menzogne e odio. Serve gli interessi di poche, pochissime persone contribuendo così a un ulteriore isolamento e degrado del mio Paese”.
“La Russia non ha più alleati”
“La Russia non ha più alleati e non c’è nessuno da incolpare se non la sua politica sconsiderata e mal concepita – conclude Bondarev – Ho studiato per diventare diplomatico e sono stato diplomatico per vent’anni. Il Ministero è diventato la mia casa e la mia famiglia. Ma semplicemente non posso più condividere questa ignominia sanguinosa, insensata e assolutamente inutile”.
***Foto in evidenza profilo LinkedIn Boris Bondarev