“Centinaia di pagine piene di promesse non mantenute”. Con queste accuse il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, prepara l’assalto all’Obamacare, la riforma che la precedente presidenza aveva approvato con il preciso obiettivo di rivoluzionare il sistema sanitario americano. Nel report settimanale dalla Casa Bianca dello scorso 10 marzo, il Presidente americano ha rimarcato il fallimento della legge, accusata di essere pericolosa per il bilancio nazionale e fallace dal punto di vista ospedaliero. Con la stessa attenzione e fretta con cui ha provveduto a lanciare un segnale a favore degli americani, scagliandosi contro il Messico e gli immigrati, Trump si appresta quindi a modificare le basi dell’Affordable Care Act firmato da Obama.
Il presupposto dell’Obamacare era quello di parificare i diritti sanitari tra Stati, lavoratori e disoccupati, ricchi e poveri, garantendo assistenza anche a chi non potesse permettersi l’assicurazione, ed equilibrando i costi del sistema. Nel 2015 però, le spese per l’assistenza medica sono valse il 17% del Pil americano. Una spesa eccessiva, secondo Trump, che ha promesso proprio ai suoi elettori delle classi inferiori una lotta contro i sistemi di potere. Il costo della copertura sanitaria è in continuo aumento e nel 2017 arriverà a al 22% in più rispetto al 2016.
A fronte dei dati economici esibiti dal Presidente Trump al grido: “Taglieremo le tasse”, i giornali americani si riempiono oggi di storie di cittadini, malati e non, e di come le loro vite potranno essere messe in bilico dalla nuova legge. Il New York Times spiega con una semplice infografica quali potranno essere le conseguenze della legge repubblicana su diverse tipologie di cittadini. Un uomo single di cinquant’anni, proprietario di un’azienda di idraulica, che guadagna circa 75.000 dollari l’anno, potrebbe ricevere dei benefici economici dalla riforma Trump. Al contrario una ventottenne che fa la barista in California (20.000 dollari l’anno), dopo aver perso un lavoro più remunerativo, riceverà sussidi inferiori. Il TrumpCare prevede infatti un sistema più liberalizzato nella vendita delle assicurazioni (estesa sul territorio americano) e la possibilità di dedurre quelle spese dalle tasse. Nella complessità del sistema americano, questo rischia di tradursi nel paradigma: più ricchi, più assicurati, più poveri, più in pericolo. Ma non solo. Chi esercita una professione media, come il commesso, potrà vedersi privato dell’assicurazione da parte dell’azienda. Una delle modifiche più pervasive della riforma Trump prevede infatti l’eliminazione dell’obbligo per le aziende di garantire l’assicurazione ai propri lavoratori. Una misura che potrebbe avere conseguenze meno gravi se al tempo stesso non venisse messo da parte il lavoro sull’assistenza alle fasce più deboli.
Il Medicaid è il programma sanitario che prevede l’assistenza per le famiglie con basso reddito salariale. La partecipazione non è obbligatoria, ma è rimasta, come dalla sua nascita datata 1965, a discrezione dei singoli Stati. Ad essere coinvolti dal sistema sono soprattutto i recenti disoccupati (come i minatori del West Virginia), che alle ultime elezioni hanno votato in massa Donald Trump nella speranza di tornare a lavoro. E proprio riavere il loro impiego sembrerebbe l’unica possibilità per tornare in possesso dell’assicurazione, coperta in toto dall’azienda. Secondo il Los Angeles Times, infatti, saranno proprio loro i maggiori sconfitti del TrumpCare. Per ora sono salvi grazie all’Obamacare, che ha espanso l’assistenza in numerosi Stati americani, garantendo più diritti ad almeno 20 milioni di americani. Un dato che se da una parte resta il maggior vanto della legge Obama, dall’altro costituisce uno dei punti di accusa dei Repubblicani: la costrizione all’acquisto dell’assicurazione per tutti i cittadini. Una spesa inutile e folle secondo il neo-eletto Presidente.
Non è ancora chiaro cosa accadrà a chi non potrà comunque permettersi l’assicurazione con le modifiche all’Obamacare. “Will be America great again”, come recita lo slogan elettorale del nuovo Presidente? Secondo Trump nessuno sarà privato dell’assistenza, ma i costi del sistema verranno concretamente abbattuti. Le analisi di Standard and Poor’s riportate dalla Cnn, dicono però qualcosa di diverso. Con l’approvazione della legge Trump, dai 6 ai 10 milioni di americani perderanno l’assistenza sanitaria. Una pericolosa involuzione rispetto ai dati degli ultimi sei anni. Dal 2010, infatti, il numero di cittadini americani senza assistenza era stato quasi dimezzato.
A rischio non sono solo i lavoratori più deboli, ma anche lo Stato di appartenenza e la condizione familiare torneranno discriminanti nel diritto alla salute. Nello Utah, una madre single che guadagna 47.000 dollari, con un figlio disabile, si vedrà recapitare conti salati per le cure mediche. Lo Utah è uno di quegli Stati che non ha accettato il Medicaid, ma il ragazzo continuava a ricevere sussidi grazie assistenza specifica per disabili. Questo punto del programma verrà modificato dalla legge Trump. Se lo Stato pagava parte delle spese sanitarie del singolo paziente, ora il governo metterà a disposizione una cifra annuale standard al singolo Stato, indipendentemente dall’aumento delle spese sanitarie, che potrebbero quindi diventare insostenibili.