Sedicenti maghi adescano donne in difficoltà per sfogare i propri appetiti sessuali perversi, promettendo la purificazione dell’anima. Ragazzini attratti dall’occulto che uccidono ignari coetanei come agnelli sacrificali da immolare a Satana. E ancora violenze sessuali, droga e vessazioni di ogni tipo. Questo è il retroscena che si cela dietro alcune sette e ‘veggenti’. Torino la città ‘magica’ conta diverse vittime dell’estremizzazione dei culti esoterici. Maghi, cartomanti a pagamento, ma anche sette sataniche non ‘autorizzate’ che in tutta Italia rappresentano un problema serio per la sicurezza.
8 milioni di persone si rivolgono ai veggenti
Secondo uno studio portato avanti da Massimo Introvigne, direttore del Centro studi sulle nuove religioni, sono 8 milioni le persone che in Italia si rivolgono a veggenti a pagamento. Un fenomeno in crescita, un esercito di disperati che vede nelle donne le vittime principali. “Sono molte le ragazze che si sono rivolte ai maghi per farsi togliere il malocchio ma sono state abusate”, afferma lo studioso Introvigne durante un incontro con Ofcs.report proprio a Torino.
Nel 1970 le leggende che vedevano Torino come luogo sinergico di energie negative e positive si sono fatte sempre più insistenti. Secondo gli esperti di esoterismo, la città piemontese è un punto cardine del triangolo di magia bianca insieme a Praga e Lione e di magia nera con Londra e San Francisco.
Ai monumenti, alle vie e ai palazzi sono stati attribuiti significati massonici o esoterici. Nell’immaginario infatti esisterebbe infatti una divisione tra la parte buona e cattiva della città. Secondo la tradizione, il punto massimo di magia nera a Torino si trova in Piazza dello Statuto, dove sotto la statua dell’angelo (Lucifero) si troverebbe la porta dell’Inferno. La sua antitesi si trova invece in Piazza Castello. Paradiso e Inferno divisi da un chilometro e mezzo. Suggestione, folclore, coincidenze, leggende e provocazioni risorgimentali. Ma nelle periferie il fenomeno assume tratti tragicamente reali. E così studenti che non hanno compiuto 18 anni rimangono invischiati in storie a tinte horror. Si tratta spesso di patiti di heavy metal o più semplicemente, come spiega una signora alla fermata del bus, di “persone disturbate che si lasciano condizionare mettendo loro stessi e gli altri in pericolo”.
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