Piacenza, Taranto, Roma: il triangolo delle morti bianche. Tre città dove sono cadute tre vittime del lavoro, su cui si sta ancora discutendo tra molte polemiche. Nel comune emiliano la tensione resta altissima. La notte del 14 settembre un operaio egiziano, Abd Elsalam Ahmed Eldanf, muore schiacciato da un camion durante un picchetto organizzato dall’Usb, davanti la sede della Seam di Piacenza. La cooperativa gestisce in appalto le attività di logistica per conto della multinazionale tedescho-svedese Gls.
Abd Elsalam, 53 anni e padre di 5 figli, si trovava insieme ad altri impiegati fuori dalla struttura dove era in corso un’assemblea dei lavoratori, a cui hanno preso parte anche dirigenti dell’azienda, per discutere la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato di 15 persone e il reintegro di sei lavoratori licenziati lo scorso gennaio. Secondo la ricostruzione fornita dal sindacato, anche attraverso la testimonianza di un tesserato presente sul posto, l’autista del mezzo avrebbe investito Abd Elsalam dopo essere stato istigato a partire di gran corsa (“vai, vai”) da un dirigente della Seam.
La persona chiamata in causa è Antonio Romani, direttore del centro di smistamento merci dell’azienda piacentina. Romani, è giusto ricordarlo, non risulta né indagato né è stato sentito dalla Procura di Piacenza come persona informata sui fatti, perché non presente al momento dell’incidente. “Si trovava all’interno di un magazzino ed è stato ripreso da una telecamera – spiega al telefono ad Ofcs Report il suo avvocato, Alfredo Zampogna del Foro di Milano -, mentre allo stesso orario un’altra telecamera esterna riprendeva il momento del tragico incidente”. Il dirigente è stato raggiunto da diverse minacce sui social contro cui sono state presentate delle denunce – riferisce il legale –, motivo per il quale gli è stata assegnata la scorta per garantire l’incolumità per sé e per i suoi familiari.
Anche alla luce del video, consultabile sul web da giorni, il procuratore capo di Piacenza Salvatore Cappelleri ha escluso che quella notte si stesse svolgendo una manifestazione o dei blocchi ai cancelli da parte degli operai. Il magistrato ha anche respinto l’ipotesi per la quale un preposto della Gls avrebbe istigato l’autista del camion a schiacciare il piede sull’acceleratore. Quest’ultimo è indagato per il reato di omicidio stradale.
“Non si tratta di un incidente ma di un assassinio padronale”, afferma il segretario generale Usb Pierpaolo Leonardi, che sottolinea come nel video si veda chiaramente la presenza dei manifestanti che accorrono sul luogo dell’impatto, rovesciando la tesi degli inquirenti. Per Leonardi il fatto che il secondo camion ripreso dalla telecamera di sicurezza sia fermo, testimonierebbe che la strada era in quel momento bloccata dal sit-in dei lavoratori. Il sindacato ha nominato un pool di legali che si occuperanno della ricostruzione dei fatti per la loro parte in attesa che gli le indagini facciano il loro corso.
Il tema delle morti bianche torna nel ciclone del dibattito politico e culturale del Paese, come spesso accade, quando la cronaca costringe a piangere le vittime e l’opinione pubblica decide quindi di occuparsene. Giacomo Campo, 25enne operaio della Steel Service (azienda appaltatrice dell’Ilva), è stato ucciso sul colpo da un rullo mentre svolgeva la manutenzione a un nastro trasportatore lo scorso 17 settembre. Sono dodici i rappresentanti dell’Ilva e della ditta indagati dalla Procura di Taranto per l’incidente avvenuto alle prime luci del mattino. I reati contestati sono di omicidio colposo e altri in materia di infortunistica. Mentre due inchieste, una della Procura di Roma e un’altra interna all’Atac, sono state aperte sulla morte di Antonio Alleori. Il capo elettricista 54enne, il cui corpo è stato ritrovato senza vita dai colleghi, circondato dagli attrezzi di lavoro utilizzati per aggiustare un pantografo del deposito romano di Acqua Acetosa.
Una settimana horribilis flagellata dalle morti bianche che secondo il segretario generale della Filt Cigl, Alessandro Rocchi, rimarca “la necessità di riprendere il tavolo della legalità presso il ministero del Lavoro ormai fermo da più di un anno”. Il ministro Poletti ha assicurato l’interesse del Governo nell’implementare le misure di controllo dell’ispettorato del lavoro anche nei siti produttivi legati alla logistica. Ne ha parlato proprio con la delegazione sindacale Usb (lo scorso 15 settembre), che chiedeva a gran voce un tavolo di discussione durante il sit-in di protesta in Via Veneto dopo la morte di Abd Elsalam.