La notizia dell’attentato al Parlamento di Londra aggrava ancor di più l’impegno delle forze dell’ordine che oggi saranno impegnate nella Capitale per far svolgere in sicurezza le celebrazioni dei Trattati di Roma. Un incontro che già registrava enormi problematiche per i tanti cortei di manifestanti che si svolgeranno in città e per l’incubo dei black-bloc, ora è ancor più forte anche il pericolo di possibili attentati. E infatti Roma non era così fortemente presidiata dai tempi dei funerali di Papa Wojtyla, una militarizzazione necessaria in seguito ai “pericolosi colpi di coda degli attentati di Daesh”, come sono stati definiti da fonti di intelligence. Con la perdita d’influenza del Califfato nei teatri di guerra del Medio Oriente, i pericoli si accrescono in Europa come è stato certificato anche dall’ultima relazione che gli analisti dei Servizi hanno inviato recentemente alle Camere. Sul fronte del jihad, del resto, nelle ultime ore si è registrata una particolare attività sui canali social e web dell’Isis.
Roma assediata da cortei mette in campo 5 mila agenti
Nella Capitale sarà uno stress-test che metterà a dura prova gli oltre 5mila agenti impegnati a fronteggiare le diverse manifestazioni, una bomba ad orologeria pronta a scoppiare composta da quattro diversi cortei e due sit-in. Per l’occasione è stata decisa la chiusura dello spazio aereo sui cieli di Roma e, già prima dell’attentato di Westminster, era prevista la bonifica del centro-storico da parte degli artificieri. A sfilare nelle piazze ci saranno tutte le sigle anti-euro, dalle organizzazioni di estrema sinistra e dei centri sociali a quelle di estrema destra e di Casa Pound. Cortei ravvicinatissimi che potrebbero facilmente generare scontri tra i manifestanti. Poche centinaia di metri separano, ad esempio, il corteo promosso dai “neri” di “Azione Nazionale” e i “rossi” del sit-in organizzato dal Partito Comunista, rispettivamente a piazzale Esquilino e piazzale Tiburtino. Entrambi i cortei non sono poi così distanti da quelli promossi da “Nostra Europa” e da quello organizzato da Fratelli d’Italia. Ma a destare maggiori preoccupazioni è il corteo “Euro Stop” al quale parteciperanno anche centinaia di manifestanti provenienti dall’estero: greci, tedeschi, francesi e inglesi con il pericolo che fra questi possano esserci anche i fantomatici black-bloc. Sui gruppi provenienti dall’estero è alta l’attenzione della polizia postale che già ha captato messaggi che fanno presagire che i soggetti che arriveranno in Italia lo faranno con le peggiori intenzioni.
Le misure di sicurezza predisposte dalla Questura
Per evitare che la situazione possa degenerare, il questore di Roma aveva già predisposto una serie di check-point intorno al centro della città dove gli agenti potranno perquisire borse e zaini oltre a sequestrare petardi, caschi, cappucci e materiale offendente. Una misura di sicurezza presa non solo per gestire l’ordine pubblico, ma soprattutto per prevenire ogni genere di attentato. La guardia era già altissima su questo versante. Dopo l’attentato di Londra il livello di allarme si è ulteriormente innalzato. Dall’Antiterrorismo fanno sapere che non esistono concreti segnali di minaccia, ma l’esperienza insegna che quando ci sono forti concentrazioni di persone e grandi eventi internazionali, le piazze diventano potenziali obiettivi anche dei terroristi islamici. L’attentato di Londra e quello di Nizza, entrambi compiuti con l’ormai consueta tecnica del “car-jihad”, consigliano di mantenere altissima l’attenzione. Sono stati rafforzati i controlli alle frontiere e gli agenti hanno l’ordine di fermare e perquisire ogni potenziale profilo sospetto. Nel centro di Roma sono state predisposte centinaia di telecamere, diversi agenti saranno tra i manifestanti in incognito, alcuni dotati anche di microcamere nascoste installate sugli abiti. Sistemi già sperimentati in occasione del Giubileo e di Expo e che si sono rivelati utilissimi sia per prevenire scontri che per controllare i profili di potenziali terroristi. Per gli oltre 3mila militari impegnati sarà un compito arduo sorvegliare e circa 25mila manifestanti attesi, tenere in sicurezza le personalità giunte a Roma e monitorare eventuali spostamenti di potenziali attentatori.
Allarme 007: a rischio anche gli agenti di polizia
Dall’intelligence viene segnalato anche il pericolo per gli stessi agenti di polizia. Già prima dell’attentato di Londra una comunicazione degli analisti dei Servizi sarebbe stata recapitata ai vertici delle forze dell’ordine. Non esistono notizie di minacce concrete, ma gli esperti del comparto sicurezza sia italiani che stranieri ritengono che tra i possibili obiettivi dei jihadisti ci siano soprattutto i poliziotti. L’informativa scaturirebbe non soltanto dall’attentato di Westminster, dove un agente è finito accoltellato, ma anche dagli ultimi episodi che si sono verificati in Francia dove più volte soggetti radicalizzati hanno aperto il fuoco o hanno tentato di accoltellare membri delle forze dell’ordine. Appena una settimana fa, a Parigi, un uomo prima ha esploso dei colpi ad un posto di blocco contro gli agenti e poi, fuggito con un’auto rubata verso l’aeroporto di Orly, ha sottratto con la forza una pistola ad una poliziotta finendo poi ucciso. Inoltre, sempre in sede di analisi, l’intelligence ritiene che i jihadisti potrebbero vendicarsi contro la polizia italiana che lo scorso dicembre, alle porte di Milano, riuscì ad intercettare ed uccidere il protagonista della strage di Berlino, Anis Amri. Per questi motivi è stato richiesto agli agenti, in particolare agli oltre 5mila che domani saranno chiamati a garantire la sicurezza in occasione delle manifestazioni per l’anniversario dei Trattati di Roma, di prestare un supplemento di attenzione. Ai poliziotti – anche a quelli che svolgono i controlli in strade, aeroporti e stazioni – sarebbe stato esplicitamente intimato di tenere ben salda tra le mani l’arma di ordinanza e di non perderla mai di vista, anche nel caso si avvicinassero semplici cittadini per chiedere informazioni. Prove generali in vista dei summit che nei prossimi mesi l’Italia sarà chiamata ad organizzare, in particolare il G7 di Taormina per il quale è già altissimo l’allarme.