Almeno una cinquantina di tunisini sospettati di aderire all’Isis sarebbero sbarcati sulle nostre coste nell’ottobre 2017. E’ quanto asserisce il quotidiano britannico “The Guardian”, nell’edizione web, affermando di avere ricevuto la notizia direttamente dall’Interpol, corredata dall’elenco nominativo dei sospetti. La segnalazione, datata novembre dello scorso anno, era stata girata al Viminale che aveva provveduto ad allertare i servizi antiterrorismo nazionali e dell’Unione europea.
Ma tutta la vicenda appare surreale, considerando che la lista dei miliziani era stata compilata sulla scorta dell’identificazione avvenuta proprio a margine del loro sbarco che, a quanto è dato sapere, è avvenuto sulle coste siciliane, successivamente all’abbandono dei natanti da parte degli stessi tunisini. L’elenco, sottoposto al “The Guardian”, conterebbe quindi i nominativi e i dati anagrafici di numerosi soggetti controllati dalle forze di polizia italiane addette all’identificazione degli sbarcati e risulterebbe che, tra loro, vi siano anche soggetti già segnalati per attività eversive nell’ambito del terrorismo islamista. Alcuni dei sospettati sarebbero già arrivati in Francia, mentre sulle tracce degli altri sbarcati sarebbero al lavoro i servizi di sicurezza di tutta Europa.
La smentita del Dipartimento della Pubblica Sicurezza
Sulla questione, però, è intervenuto il Dipartimento della Pubblica Sicurezza secondo cui “non trova alcun riscontro l’informazione di 50 ‘combattenti stranieri’ approdati sulle coste italiane appartenenti all’Isis e pronti a compiere attentati”. E poi precisa: “Nell’ambito di un consolidato, costante e prolifico rapporto di collaborazione e scambio d’informazioni tra le autorità italiane e tunisine, quest’ultime hanno segnalato nel tempo al nostro Paese il probabile ingresso in Italia di appartenenti a presunti gruppi integralisti. Il proficuo rapporto di cooperazione internazionale di polizia tra i due Stati ha permesso di rintracciare un esiguo numero di persone segnalate le quali, a seguito delle previste procedure d’identificazione, sono state immediatamente rimpatriate”. “Ovviamente – prosegue il Dipartimento – è massima l’attenzione verso tutti coloro che raggiungono illegalmente il nostro territorio e l’immediata espulsione di alcuni soggetti segnalati ne è una incontrovertibile conferma. Giova inoltre ricordare che grazie alla citata collaborazione con le Autorità tunisine, due volte alla settimana vengono effettuati rimpatri collettivi verso quel Paese”.
La “singolare” vicenda non sorprende, in considerazione di quanto avevamo anticipato proprio nell’ottobre 2017 quando trattammo l’argomento dell’immigrazione illegale dal Nordafrica utilizzata dai jihadisti per mascherare il loro trasferimento in Occidente. Inoltre, affrontammo l’argomento dell’apparato logistico del quale fruiscono i sospettati di jihadismo messo in piedi da fiancheggiatori già radicati nel tessuto sociale del nostro Paese, e nel quale molte associazioni umanitarie compaiono non certo come conniventi, ma come inconsapevoli ed utili mezzi di accoglienza indiscriminata anche in favore di indesiderabili.