La legge sul Testamento Biologico questa volta “s’ha da fare”. A giurarlo, senza se e senza ma, sono i senatori di Pd e Movimento Cinque Stelle. Lo hanno fatto a Roma, lo scorso 24 maggio, durante un convegno organizzato dall’associazione Luca Coscioni, in collaborazione con l’intergruppo “testamento biologico e eutanasia”.
Un incontro che è servito per fare il punto sui lavori in commissione sanità del Senato, dove il testo è incardinato, e per porre l’accento su alcuni nodi politici che potrebbero portare all’ennesimo rinvio di una legge attesa in Italia da oltre vent’anni. Al Senato la partita politica è molto “delicata” vista la maggioranza eterogenea che sostiene il governo, spiega la senatrice Pd e presidente della Commissione Sanità, Emilia Grazia De Biase: “sul tema esiste una certa trasversalità che ci obbliga alla massima delicatezza per riuscire a essere il più possibile inclusivi”.
Una situazione che tuttavia nasconde diverse insidie a partire dai tentativi di ostruzionismo messi in campo dai senatori pro life. “Ci sono pervenute più di settanta richieste di audizioni, il triplo rispetto a quelle che si sono tenute alla Camera, il doppio delle audizioni fatte per un testo altrettanto importante come quello sulla responsabilità professionale delle cure”, attacca la De Biase. “Una quantità così ampia di audizioni mette una seria ipoteca sui tempi, ma ho posto il problema chiedendo auto moderazione e posso dire che c’è disponibilità a ridurre le audizioni. Il Pd ha detto chiaramente che il testo non deve essere modificato perché è un ddl equilibrato”, ha aggiunto la senatrice dem, ribadendo la volontà della maggioranza di intraprendere la strada che consentirà “di scrivere nel diritto del nostro Paese la libertà e la responsabilità di scelta degli individui sulla propria vita”.
La vera notizia uscita dal dibattito arriva dall’annuncio del capogruppo M5S alla Camera Roberto Fico, che parla apertamente di un patto con tra grillini e democratici per approvare il testo entro l’estate. “Abbiamo spinto per far sì che ci sia l’approvazione nel più breve tempo possibile al Senato della legge sul testamento biologico”, afferma Fico. “Ho parlato da capogruppo personalmente con il presidente del Pd alla Camera Rosato e anche lui si è detto favorevole a questo percorso. Così con Zanda, così con i nostri capigruppo al Senato”.
A porre l’accento sull’impegno morale del Parlamento ad approvare le Dat è stato anche l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al convegno: “questa legge risponde a sentimenti e sensibilità ormai prevalenti nella nostra società”. Per Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, “il passaggio a grande maggioranza alla Camera del provvedimento fa ben sperare che anche il Senato approvi il Disegno di Legge”.
Il convegno ha messo in luce anche alcuni aspetti scientifici contenuti nelle Dat. È il caso della sedazione palliativa profonda, introdotta in extremis nelle Dat e che, spiega Mario Riccio, medico anestesista e rianimatore dell’Ospedale di Cremona, “deve restare un punto fisso di questa legge”. Per Michele Gallucci, direttore della scuola italiana di Medicina e Cure Palliative (Simpa), “il 65% delle morti è prevedibile e quindi non è più necessario aspettare la fase terminale ma si può cominciare ad informare il paziente”. Gallucci ha sottolineato il dramma dei tanti malati che sempre più rinunciano alla dialisi ma soprattutto il fatto che “circa il 70% dei pazienti in fase terminale viene trasferito per poter accedere alle cure palliative. Con questa legge – spiega il medico – si potranno erogare le cure palliative nel luogo dove si trova il malato, senza sottoporlo a traumatici spostamenti”. L’altro nodo critico delle Dat è quello dell’obiezione di coscienza, fortemente voluto dai medici cattolici. “Togliere la sofferenza è un dovere del medico – afferma Gallucci – e in questo caso le sofferenze di cui parliamo non possono essere curate. Il medico che obietta faccia un altro mestiere”.
Parere positivo arriva anche da Roberta Chersevani, presidente della Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. “Noi siamo stati già auditi e abbiamo espresso soddisfazione per il lavoro fatto dall’onorevole Lenzi. Abbiamo apprezzato il percorso deontologico contenuto nella legge stessa. Abbiamo chiesto massima chiarezza sul consenso informato e soprattutto che le Dat abbiano un termine poiché le tecnologie potrebbero portare a risoluzioni di malattie che magari potrebbero essere guarite da nuove terapie. Abbiamo chiesto di valutare se il discorso del consenso informato debba essere applicato solo sulle Dat o anche per altri tipi di trattamento sanitario”.
@PiccininDaniele