Sul Testamento Biologico “il Governo non c’entra, ed è bene che si tenga fuori. Se i Parlamentari saranno lasciati liberi di discutere e di decidere, finalmente, allora si arriverà a una legge”. A dirlo è Marco Cappato, leader dell’Associazione Luca Coscioni, in un’intervista a Ofcs Report.
Alla “prima” in Aula per discutere sul testamento biologico si sono presentati appena 20 deputati. Un pò deprimente per un Paese che in tema di temi etici è indietro rispetto al resto d’Europa e non solo. Si sente più deluso o tradito?
“Se le televisioni avessero trasmesso il dibattito ci sarebbero stati certamente molto più di 20 deputati. Il problema è che i temi legati alla vita e alla morte non sono considerati “politici”, relegando così la politica a occuparsi delle manovre dei partiti. Non c’è da essere delusi, c’è solo da impegnarsi per cambiare le cose”.
La tragedia di Dj Fabo, come quella di Eluana Englaro nove anni fa, non sembra aver scosso la politica. C’è chi dice che su questa legge l’ex premier Renzi ha dato mandato ai suoi di far cadere il governo Gentiloni. Lei che idea si è fatto?
“Intanto la discussione in plenaria era stata rinviata 4 volte, ma ora finalmente ci siamo arrivati. Credo che la lotta di Fabo abbia avuto qualche merito. Il Governo non c’entra ed è bene che si tenga fuori. Se i Parlamentari saranno lasciati liberi di discutere e di decidere, finalmente, allora si arriverà a una legge”.
Tornando a Dj Fabo, l’accusa per lei è istigazione e aiuto al suicidio. Un reato punito fino a 12 anni di carcere. Perché ha deciso di “sfidare” la legge andandosi ad autodenunciare? E’ pronto a ripetere il suo gesto?
“L’accusa non è stata ancora formalizzata. In ogni caso, sì, aiuterò altre persone, in particolare due che hanno già appuntamento in Svizzera, ma sono decine quelle che mi hanno contattato in questi giorni. Con Mina Welby e Gustavo Fraticelli raccogliamo anche fondi per questo scopo su www.soseutanasia.it. Lo Stato non può continuare a far finta di niente”.
Alcuni accusano il suo movimento di compiere “una campagna acquisti sui malati terminali”. Mario Adinolfi è arrivato a dire che “Hitler almeno i disabili li uccideva gratis”. Toni duri e soprattutto una contrapposizione con gran parte del mondo cattolico che fa dell’Italia un Paese in cui si fatica a dibattere sui temi etici. Perché è impossibile abbattere questi muri?
“Che sia “gran parte del mondo cattolico” lo dubito davvero. Credo che soltanto un piccolo gruppo di esagitati possa far finta di non cogliere la differenza tra subire un omicidio e ottenere la fine di una tortura. La gran parte dei cattolici sa distinguere tra le prescrizioni della dottrina e le imposizioni della legge”.
Cosa si sente di replicare a chi dice che, se venisse approvato il disegno di legge, in Italia verrebbe introdotta una forma di eutanasia “passiva”? E, in ogni caso, come giudica il ddl uscito dalla Commissione Affari Sociali?
“Agitano il fantasma dell’eutanasia come fosse una brutta parola, ma significa morire meno male possibile, con meno sofferenza. Che si ottenga attraverso comportamenti “attivi” o “passivi” per me poco cambia, ma per la legge italiana sì. La costituzione riconosce il diritto a rifiutare terapie, e la legge in discussione precisa come questo diritto possa essere accessibile a tutti, anche attraverso il testamento biologico. E’ una buona base di partenza, che spero non sia svuotato dagli emendamenti e dal sabotaggio ostruzionistico”.
Dj Fabo è solo l’ultimo caso salito alle cronache. Siete in grado di fornire dei dati sulle persone in Italia che vivono in condizioni disperate come quella di Fabiano e in che modo l’associazione Luca Coscioni le aiuta?
“Una realtà clandestina, come quella della morte all’italiana, è una realtà sconosciuta, oltre che non governata. Sappiamo solo del migliaio di malati che si suicidano ogni anno nelle condizioni più terribili, come Monicelli e Lizzani. E delle centinaia di persone che si sono rivolte a noi per avere informazioni sull’eutanasia in Svizzera”.
@PiccininDaniele