Una 19enne kosovara, Bleona Tafallari, simpatizzante Isis e legata al circuito relazionale delle cellule terroristiche operanti in Europa, è stata arrestata questa mattina dagli agenti della Digos di Milano.
Le indagini erano scaturite da acquisizioni di intelligence relative ad un ventunenne di origini kosovare aderente a gruppi di miliziani operanti in Europa, tra i quali i neonati “Leoni dei Balcani”, a stretto contatto con Fejzulai Kujtim, il terrorista che il 3 novembre dello scorso anno aveva sparato a caso tra la folla nel centro di Vienna uccidendo quattro persone e ferendone una decina. Fejzulai, che è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco dalla polizia, era un simpatizzante dell’Isis che era stato rilasciato prematuramente dal carcere dopo aver scontato una pena per reati di terrorismo. Aveva anche tentato, senza riuscirvi, di recarsi in Siria per unirsi al gruppo terroristico del Daesh.
La donna arrestata oggi, nello scorso mese di gennaio, in Germania, ha sposato con rito islamico un complice dell’attentatore di Vienna, sotto indagine per la preparazione di ulteriori attacchi.
Radicalizzata dall’età di 16 anni e fervente sostenitrice dello Stato Islamico, la ragazza si era recentemente trasferita dal Kosovo a Milano, presso il fratello, pur rimanendo in costante contatto con il marito e con la diaspora kosovara di matrice jihadista.
Attiva nel proselitismo dell’Islam radicale, sul suo cellulare sono state trovate immagine cruente relative a decapitazioni, combattimenti e torture perpetrate dallo Stato islamico in Medio oriente, oltre a minuziose istruzioni per assemblare ordigni esplosivi artigianali.
Inoltre, in particolare, è stata rinvenuta una foto, diffusa dai canali mediatici del Califfato, del responsabile del grave attentato esplosivo presso l’aeroporto di Kabul del 26 agosto 2021 e rivendicato da ISIS Khorasan.
Il livello di radicalizzazione raggiunto dalla giovane viene sottolineato dagli investigatori anche da un audio registrato nel quale la 19enne si esibisce in un Nasheed, un canto a cappella islamico, che testimonia la sua condizione di sottomissione al Califfato islamico e all’esaltazione del suo defunto leader Abu Bakr Al Baghdad, in onore del quale la ragazza manifesta anche la propria disponibilità al martirio.
Le indagini successive all’attacco di Vienna, infatti, svelarono una fitta rete di contatti tra militanti dello Stato islamico e fiancheggiatori che provocarono una bufera sull’inazione dell’intelligence austriaca.
Ad inchiodare i servizi segreti austriaci era anche arrivato un rapporto ufficiale della Commissione d’inchiesta sui fatti di Vienna che avrebbe rilevato omissioni e errori non solo nella valutazione del rischio, ma anche nelle attività di controspionaggio che hanno preceduto l’attacco del 2 novembre scorso. Il rapporto, su quello che è stato definito il “peggior attacco terroristico” avvenuto in Austria da decenni, elenca una serie di fallimenti del Bvt che avrebbero consentito all’attentatore, poi ucciso dalla polizia, di organizzare l’azione e di portarla a termine aprendo il fuoco nel centro storico di Vienna e uccidendo 4 persone. Il responsabile era, oltretutto, già noto all’intelligence.
Già alla fine del 2020, i membri dei servizi di sicurezza britannici, avevano segnalato che numerosi piani per azioni terroristiche erano stati messi a punto dalla leadership dello Stato Islamico delle aree della Libia e della Siria settentrionale controllate dagli islamisti e sarebbero state coordinate da Abu Omar al-Shishani.
Tarkhan Tayumurazovich Batirashvili, meglio noto come al Shishani (il ceceno), è stato un militare e terrorista georgiano, in precedenza sergente dell’esercito georgiano e già comandante delle formazioni armate dello Stato Islamico in Siria; tra questi ranghi era meglio conosciuto col nome di battaglia Abū ʿOmar al-Shīshānī, “Abu Omar il Ceceno”. Si riteneva che Al-Shishani fosse rimasto ucciso in un attacco aereo statunitense nel 2016. Tuttavia, varie fonti e in ultimo la segnalazione proveniente dal Regno Unito, smentirebbe questa ipotesi e considererebbe al Shishani come leader dell’Isis operante al di fuori dei confini siriani.
Le squadre di miliziani che dovrebbero entrare in azione in Europa, sarebbero state inviate dalla Siria attraverso la Turchia o attraverso il Mediterraneo dal Nord Africa in Europa e, secondo un ex funzionario dell’MI6, i jihadisti approfitterebbero dell’allentamento dei controlli sull’immigrazione clandestina, soprattutto dal nord Africa all’Italia, e dalla rotta balcanica, dovuto alla crisi per la pandemia del Covid 19 che mantiene impegnate le Forze di Polizia nei controlli alla popolazione locale piuttosto che a reprimere il fenomeno migratorio clandestino.