Terrorismo internazionale e eversione interna preoccupano chi in Italia si occupa della sicurezza. La pandemia da covid-19 non ha diminuito, ad esempio, i rischi derivanti dall’estremismo islamico a cui si aggiunge l’incognita delle rivolte interne causate dal coronavirus. Dai Palazzi filtra preoccupazione, ma anche la grande incapacità dell’attuale governo di mettere in campo una strategia che possa gestire le innumerevoli incognite del periodo.
Tra gli altri, due sono i temi che in questo momento affollano i pensieri dell’Antiterrorismo: da una parte la questione del terrorismo di matrice islamista che dopo la decapitazione del professore francese ha generato nuovi motivi di preoccupazione per l’Italia, soprattutto legate alla questione dei combattenti stranieri presenti in Libia (i siriani in odor di terrorismo portati da Erdogan che dovranno lasciare il Paese, ma non è chiaro dove andranno ); dall’altra, invece, la necessità di capire e interpretare il malcontento generato dalle misure per contrastare il covid.
Le attività informative dell’Antiterrorismo si concentrano su questi due aspetti. Le manifestazioni contro il coprifuoco e il nuovo decreto del presidente del Consiglio con le misure anti-covid, si moltiplicano. Fino ad ora, Napoli e in parte Roma, hanno portato a scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Ma chi indaga su queste vicende, sa benissimo che in Italia esiste una componente “eversiva” (all’estrema destra quanto all’estrema sinistra) che approfitta del disagio sociale per creare disordini. La degenerazione di questo fenomeno è sotto la lente d’ingrandimento di investigatori e intelligence, che conoscono le realtà dove nascono e si sviluppano le azioni violente. La sfida, però, è intercettarle per tempo, prima che possano arrivare nelle piazze.
Anche il rischio del terrorismo islamista in Italia è ancora alto. Benché la diffusione del covid abbia monopolizzato l’attenzione della politica e dei media, il mondo sommerso in cui vive e si sviluppa l’estremismo islamico non è scomparso. Dopo la decapitazione di Samuel Paty, il professore francese, l’Antiterrorismo italiano (come i colleghi europei nei rispettivi Paesi), lavora per ricostruire i possibili legami dell’attentatore con il nostro Paese. Ma non solo. La possibilità che in Italia possano annidarsi soggetti dal profilo compatibile a quello di Abdullakh Anzorov e delle persone collegate e arrestate dalla polizia francese, è una ipotesi da non trascurare.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa per domani, martedì 27 ottobre 2020. Qualcuno ha interpretato questa notizia come un segnale di pericolo.