Dalle prime ore di questa mattina è in corso una vasta operazione di polizia, denominata “Mosaico” finalizzata allo smantellamento di una struttura di supporto alla jihad utilizzata per attività idonee a progettualità terroristiche in Europa.
In particolare, sono stati effettuati cinque arresti di soggetti riconducibili alla rete di Anis Amri, il tunisino autore della strage al mercatino di Natale di Berlino, neutralizzato dalla polizia italiana a Sesto San Giovanni nel dicembre 2016.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip del Tribunale di Roma, Costantino De Robbio, nell’ambito di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco e condotta da Ucigos e Digos. In particolare, i provvedimenti sono stati notificati al 38enne sedicente cittadino palestinese Napulsi Abdel Salem, già detenuto per reati inerenti gli stupefacenti, e ai tunisini Baazaoui Akram, Baazaoui Mohamed, Baazaoui Dhiaddine, e Baazaoui Rabie, tutti di età compresa tra i 30 e i 52 anni. I reati contestati riguardano le condotte di addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale, associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le perquisizioni, tuttora in corso, riguardano le province di Roma, Napoli, Matera, Latina, Viterbo e Caserta.
Le indagini sono scaturite successivamente all’attentato compiuto il 19 dicembre 2016 al mercato di Natale di Berlino dal tunisino Anis Amri che, al suo rientro in Italia, venne neutralizzato a Sesto San Giovanni durante un controllo di polizia. Amri, nel 2015, era stato ospitato ad Aprilia, nella provincia di Latina, da un connazionale che, interrogato dagli inquirenti, aveva fornito dettagli fondamentali per il prosieguo delle indagini.
La moschea di Latina era il centro attorno al quale gravitavano gli altri soggetti coinvolti negli accertamenti, tra i quali un tunisino 37enne, già noto per le sue posizioni radicali ed in contatto con il palestinese arrestato con il quale condivideva considerazioni incentrate su una visione di estrema ostilità contro gli occidentali.
Gli altri tunisini tratti in arresto avevano creato, nelle province di Napoli e Caserta, una consolidata struttura finalizzata alla falsificazione documentale ed al favoreggiamento dell’ingresso clandestino in favore di soggetti provenienti dalla Tunisia.
Le indagini esperite hanno consentito sia di ricostruire la rete di contatti di cui si è avvalso Anis Amri durante la sua permanenza in Italia fino alla sua partenza per Berlino, nel luglio 2015 sia anche di procedere all’espulsione di numerosi stranieri sul conto dei quali gli accertamenti esperiti avevano evidenziato la “minaccia per la sicurezza dello Stato“.