E’ stato arrestato a Oslo, dietro richiesta delle Autorità italiane, il mullah Krekar, alias di Najimuddin Ahmad Faraj, leader del gruppo terroristico filo-Isis, “Rawti Shax”, il nuovo corso. Nella giornata di ieri, infatti, la Corte d’Assise di Bolzano, presieduta da Carlo Busato, lo ha condannato a 12 anni di reclusione per associazione terroristica finalizzata al compimento di attentati in Occidente in concorso con altri 5 coimputati, a loro volta condannati con pene dai 7 ai 9 anni di carcere. Tutti sono stati arrestati tra Norvegia e Inghilterra, fatta eccezione per due soggetti di nazionalità norvegese che non possono essere sottoposti all’estradizione come previsto dalle leggi del Paese scandinavo.
Il mullah Krekar era noto alle cronache giudiziarie italiane
Residente in Norvegia da 30 anni, il mullah Krekar era noto alle cronache giudiziarie italiane per numerose indagini condotte nei suoi confronti sino dal 2002, inizialmente improntate allo smantellamento dell’organizzazione di cui era capo spirituale, Ansar al Islam (la difesa dell’Islam o, più realisticamente, “i difensori dell’Islam”) operante nel Kurdistan irakeno, ma con diramazioni in tutta Europa. La Procura della Repubblica di Milano condusse indagini a tutto campo per ricostruire la filiera del gruppo che, dal capoluogo lombardo, si diramava oltre confine sino in Siria e Iraq, conducendo attività di proselitismo dell’Islam radicale, raccolta fondi e reclutamento di volontari da inviare nelle terre della Jihad.
Ansar al Islam
Il gruppo Ansar al Islam, emulandone la capacità organizzativa, inizialmente aderì all’alleanza con al Qaeda, condividendone finalità, obiettivi e modalità di azione, ma con l’avvento del Califfato di Abu Bakr al Baghdadi, ritenne fosse giunto il momento di appoggiare la visione espansionistica propagandata dello Stato Islamico, iniziando a dirottare volontari per l’Hijra, la migrazione nelle terre dell’Islam e rinominando la cellula “ Rawti Shax”. Il gruppo terroristico, di credo curdo-sunnita, venne smantellato nel 2015 a seguito di un’indagine condotta sul web dall’antiterrorismo e iniziata con il monitoraggio del sito “www.jarchive.info“. Durante le investigazioni emersero elementi idonei a sottolineare la vasta ramificazione dell’entità creata dal mullah Krekar, che intendeva così superare i limiti di organizzazione operativa e logistica mostrati da Ansar al Islam.
Poco prima di essere arrestato, alle 22 di ieri sera dal Pst, i servizi segreti norvegesi, il Mullah aveva espresso la propria critica alla sentenza di condanna con un post su Twitter. Krekar dal 1991 era stabilmente residente ad Oslo dove aveva ottenuto asilo politico e, tramite il suo legale, ha fatto sapere che “non ci sono cellule terroristiche in Italia o in qualsiasi altra Nazione con cui ha a che fare e non ha mai avuto piani terroristici”.
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— كرێكار – Krekar (@KrekarOfficial) July 15, 2019