Dopo anni di sottovalutazione del fenomeno migratorio, l’Italia pare svegliarsi e scoprire l’ennesimo “segreto di Pulcinella”: il ritorno dei foreign fighter in Europa avvalendosi delle rotte dei clandestini.
La problematica noi di Ofcs.report l’avevamo già posta in evidenza da mesi, inascoltati portatori di fake news, ma i nostri vertici pare l’abbiano sorprendentemente scoperta da poco.
Oggi, intervenendo a un convegno del centro studi di Confindustria, il ministro degli Interni, Marco Minniti, ha “rivelato” di temere l’ondata di ritorno dei combattenti dell’Isis dai territori già appartenuti al Califfato e liberate dalle forze della coalizione.
Improvvisamente scopriamo di avere a che fare con “la più grande legione straniera che la storia abbia mai potuto vedere in opera”, secondo le dichiarazioni dello stesso Ministro, e il loro numero è stimabile intorno “alle 25-30 mila unità”. Ovviamente tutti diretti in buona parte nel nostro Continente.
E non suona certo come una novità che questi miliziani assetati di sangue pare si servano proprio delle rotte dell’immigrazione clandestina per raggiungere l’Europa e l’Italia, considerando questi itinerari “di rientro” come i più sicuri.
Non stupisce nemmeno il fatto di vivere un periodo di forti tensioni, seguite alla decisione del presidente statunitense, Donald Trump, di riconoscere in Gerusalemme la capitale di Israele. Ma il sentore che, come già avvenuto con al-Qaeda, anche l’Isis, seppur sconfitto sul campo di battaglia, non sarebbe stato eliminato, non è una novità. La potenza di questi gruppi jihadisti sta proprio nella loro composizione eterogenea e nella continua gemmazione dovuta, in gran parte, al fenomeno migratorio e nel continuo reclutamento di neofiti accolti nelle fila delle organizzazioni dopo l’indottrinamento degli imam itineranti. Il fenomeno, in Europa e in Italia, è comparso già alla fine degli anni ’90 e non pare aver dato segni di cedimento alcuno, rinvigorendosi ad ogni nuovo attacco sul suolo Occidentale portato da cellule organizzate o anche semplicemente da lupi solitari.
Il pericolo per il nostro Paese e per l’Europa è di avere a che fare con individui addestrati, privi di scrupoli e, soprattutto, ben consci di poter portare avanti la loro guerra avvalendosi delle nostre leggi completamente inadeguate ad affrontare un fenomeno di così grossa entità.
L’interrogatorio di uno jihadista arrestato dai turchi
Di recente, un jihadista del Daesh catturato dalle forze turche, dopo la caduta di Raqqa ha rivelato che la maggior parte dei combattenti avevano già lasciato la Siria dirigendosi in Europa, mischiati tra i clandestini, con intenzioni non propriamente pacifiche. L’uomo, Saddam al-Hammadi, 26enne, era stato arrestato dai militari turchi il mese scorso durante i rastrellamenti seguiti alla caduta della capitale del Califfato ed è ora detenuto in una prigione al confine turco-siriano.
Sottoposto a interrogatorio, al-Hammadi, avrebbe rivelato di voler mettere in guardia l’Occidente dall’ondata delle migliaia di jihadisti intenzionati a continuare la loro guerra santa, molti dei quali diretti proprio in Europa.
“Andranno all’estero per lanciare attacchi terroristici in alcune aree in Europa – ha dichiarato a ITV News in un’intervista esclusiva rilasciata dalla carcere turco – Sono andati in Europa dopo la ritirata. Prima di allora sono stati istruiti a pensare che gli europei fossero infedeli, non credenti. Passeranno attraverso la Turchia per arrivare in Europa, dove lanceranno attacchi terroristici e altre cose “.