ll taser della discordia. Dopo l’approvazione in via preliminare da parte del Consiglio dei Ministri del regolamento per l’uso della pistola elettrica per le forze dell’ordine, scoppia la polemica. Non tutti, infatti, ritengono che le linee guida siano volte a garantire gli agenti. Anzi, in alcuni casi potrebbero rivelarsi un vero e proprio boomerang per gli operatori. Ma non solo. Nella polemica che riguarda il taser, si inserisce anche la posizione della polizia penitenziaria che lamenta di essere stata esclusa dall’utilizzo della pistola elettrica seppure utile per le sue attività all’interno delle carceri.
Coisp: “Regolamento taser ha troppi limiti: rischio boomerang per gli agenti”
Su una posizione di netta critica al regolamento approvato in CdM, il sindacato di polizia Coisp. “I limiti troppo stringenti per l’uso del taser rischiano di trasformare questa novità in un boomerang per gli agenti delle forze dell’ordine. Visto il regolamento che disciplina l’impiego dell’arma, allora meglio che non venga data – dichiara Domenico Pianese, segretario generale del Coisp – Le linee guida prevedono, tra le altre cose, l’obbligo di considerare la ‘visibile condizione di vulnerabilità’ e, soprattutto, i rischi ‘associati con la caduta della persona’ colpita dalla scossa elettrica. Si tratta, evidentemente, di valutazioni complesse, difficili, se non impossibili, da compiere nelle situazioni di particolare rischio e concitazione che richiedono l’uso di un’arma. In questi casi, infatti, tutto avviene in un arco temporale brevissimo. Il rischio, perciò, è che i poliziotti vengano esposti a richieste di indennizzo da parte dei soggetti colpiti dagli impulsi elettrici per eventuali lesioni riportate nella caduta e non ‘valutate’. È inaccettabile”, conclude.
La questione, infatti, riguarderebbe “vulnus normativo alla base di questa approvazione”. “Non essendoci una norma ad hoc che tuteli le forze dell’ordine – prosegue Pianese – il poliziotto, prima di utilizzare il taser, dovrebbe valutare una serie di cose in maniera istantanea. Tra cui, ad esempio, che il criminale di turno, dopo essere stato colpito dal taser, cadendo a terra si possa procurare delle lesioni che lo portino al decesso: in questo caso il poliziotto verrà accusato di omicidio preterintenzionale. In pratica, il rader rischia di diventare un duplicato della pistola d’ordinanza”.
Le criticità rispetto al taser, dunque, sono diverse e articolate
La prima “riguarda l’inquadramento normativo di questo strumento, considerato un’arma a tutti gli effetti e, come tale, sottoposto a tutte le restrizioni sull’uso legittimo delle armi. In questo modo viene reso un vero e proprio duplicato della pistola d’ordinanza”, spiega il Coisp.
In secondo luogo, “le sue indicazioni di utilizzo per gli operatori risultano particolarmente stringenti e di difficile applicazione. È infatti pressoché impossibile per gli agenti valutare in un lasso di tempo brevissimo, magari mentre un criminale cerca di accoltellarti, se il soggetto da colpire con gli impulsi elettrici possa essere vulnerabile alla scossa che riceverà o se, cadendo, si possa procurare delle lesioni. Il paradosso è che, in caso di una errata valutazione, se il criminale dovesse cadere e sbattere la testa in modo fatale, l’agente delle forze dell’ordine potrebbe essere accusato di omicidio preterintenzionale o, nella migliore delle ipotesi, di omicidio colposo. Proprio per questo è necessaria una norma ad hoc che inquadri il taser in modo specifico come strumento di dissuasione e non come arma. Ed è determinante che il regolamento per il suo utilizzo sia scritto in modo efficace: il taser deve servire a tutelare sia gli operatori delle forze di polizia, per evitare che siano costretti ad utilizzare la pistola, sia chi deve essere bloccato in seguito a condotte criminali che mettono a rischio l’incolumità dei cittadini”.
Polizia penitenziaria: “Fate qualcosa per fermare la violenza sui nostri agenti”
All’interno della polemica sul taser, però, si inserisce anche la polizia penitenziaria preoccupata per le continue aggressioni che gli agenti subiscono quotidianamente nelle carceri da parte dei detenuti. Proprio la polizia penitenziaria, attraverso Francesco Laura, vice presidente l’Uspp, Unione sindacati di polizia penitenzia, chiede al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e a tutta la politica in generale, di affrontare i problemi che affliggono gli agenti che lavorano nei penitenziari e dotarli di strumenti efficaci per contrastare le aggressioni.
Taser alla #poliziapenitenziaria@GiuseppeConteIT@AlfonsoBonafede
FATE QUALCOSA PER FERMARE LA VIOLENZA SUI NOSTRI AGENTI#bastaaggressioni#salviamolapoliziapenitenziaria pic.twitter.com/xRXipDY8yb— francesco laura??? (@flauraUSPP) January 17, 2020