La sicurezza su Facebook per molti è un vero e proprio mistero. Non tutti infatti sanno che esiste un Centro per la sicurezza del più rinomato social network. E in pochi conoscono o hanno mai letto gli standard di comunità tradotti in oltre 100 lingue.
Secondo una ricerca commissionata da Facebook, condotta da Skuola.net e Osservatorio nazionale adolescenza, nell’ambito delle iniziative promosse da “Generazioni Connesse (il Safer Internet Centre italiano coordinato dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione), su 3130 studenti di scuole medie, superiori e università, il 42% dei ragazzi intervistati non sa cosa sia il Centro per la sicurezza di Facebook e il 41% ha affermato di non aver mai letto gli standard della comunità di Facebook.
Cosa significa? Tale mancanza di informazione ha delle conseguenze pratiche. Il 16% degli intervistati ha dichiarato, infatti, di avere un profilo pubblico. Ciò implica che chiunque ha accesso ai dati personali (data di nascita, indirizzo email, numero di telefono), così come al profilo, di 16 ragazzi su cento. Sale a 21 la percentuale del campione che non ha mai controllato chi può vedere i propri dati personali associati al proprio profilo e a 37 quelli che non sono interessati a effettuare questa verifica.
Inoltre il 59% degli adolescenti pubblica i propri post rendendoli visibili a tutti gli amici, mentre il 19% li lascia “pubblici”, consentendone la visione a qualsiasi persona da qualunque parte del mondo, non curandosi delle possibili conseguenze.
Insomma è probabile che vostro figlio rientri in almeno una di queste percentuali (e immaginare che chiunque possa leggere il suo numero di cellulare in rete non è proprio rassicurante).
Che fare? Skuola.net sta realizzando insieme ai ragazzi della redazione IoStudio (progetto promosso dal Miur), una campagna informativa che sarà visibile sul proprio sito e su Facebook, usando nuovi linguaggi come video, quiz interattivi, meme e gif.
L’obiettivo è proprio quello di far conoscere agli adolescenti, attraverso un linguaggio a loro familiare, le impostazioni e i tool che la piattaforma mette a disposizione per tutelare i propri utenti e quali sono i pericoli legati a una scarsa conoscenza di questi strumenti.
In attesa che la campagna sia online, occorrerebbe trascorrere un pò di tempo con i più piccoli guardando insieme il materiale messo a disposizione da Facebook. Magari senza confessare loro che, in realtà, neanche gli adulti, forse, lo hanno mai letto.
@SimonaRivelli