La costituzione dei sindacati per le forze armate continua a far discutere. Ben lontano da una soluzione, il dibattito e la regolamentazione per creare le organizzazioni sindacali sono ancora in alto mare. In particolare, dopo l’incontro di martedì 13 novembre tra i delegati Cocer e il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, è emerso qualche malumore.
“Ci saremmo aspettati certamente di più su questo tema fondamentale, dalla Signora Ministro Elisabetta Trenta, dopo le sue dichiarazioni da neoeletta al dicastero della Difesa, che raccontavano di una sentita volontà di condurre una vera e propria “crociata” sui diritti dei militari – dichiarano i delegati Cocer della Guardia di Finanza Eliseo Taverna, Daniele Tisci, Alessandro Margiotta e Guglielmo Picciuto – Al contrario, nonostante la forza che gli deriva da una sentenza della Corte Costituzionale, abbiamo percepito una controllata sensibilità soprattutto verso l’avvio di questo forte processo di cambiamento”. I delegati, dunque, parlano di un “approccio tiepido e controllato che ha creato un humus sterile ed abbastanza freddo all’incontro in cui le idee dei “conservatori” si sono apparentemente rafforzate a scapito dei progressisti? Ed anche la scelta della Signora Ministro di sciorinare all’inizio dell’incontro una serie di provvedimenti, non certo prioritario ai quali il suo Dicastero sta dando atto, la maggior parte dei quali in corso d’opera o già in itinere da tempo, è apparso come il tentativo di declamare a proprio sostegno un impegno politico che senza dubbio c’è, ma anche giustificatorio di una reale attività politica che oltre certi limiti forse non può o non riesce ad andare, magari per oggettiva impossibilità”.
Il riferimento agli altri provvedimenti riguardano: il ricongiungimento familiare, delocalizzazione caserme e strutture militari al sud, decreti correttivi e integrativi del riordino delle carriere. Tutti argomenti su cui i delegati Cocer “hanno apprezzato le aperture annunciate ma si sono riservati di valutare, nel tempo, se si è trattato di meri annunci tipici della politica o se si troveranno effettivamente difronte ad una nuova concezione della difesa e della sicurezza che metta al centro dell’attenzione, non solo il livello e la qualità dei servizi forniti alla collettività, ma anche le condizioni di lavoro e la tutela degli operatori”.
Tornando però alla questione dei sindacati militari, i delegati del Cocer Finanza spiegano: “A seguito della sentenza 120/2018 della Corte Costituzionale che riconosce ai militari ed ai finanzieri la possibilità di costituire organizzazioni sindacali, avevamo preparato l’incontro con il ministro della Difesa attraverso un serrato confronto all’interno del Cocer interforze, che ci aveva impegnato per diverse sedute e che si era concretizzato in un documento frutto di un impegnativo e pindarico equilibrio tra forze progressiste e forze conservatrici, che pur ci sono, purtroppo, tra coloro che dovrebbero invece sostenere con forza, coraggio e coerenza l’evolversi degli interessi del personale che li ha eletti a veri e propri portavoce. L’auspicio – aggiungono – era quello che la maggior parte dei delegati concentrassero i loro interventi prioritariamente su questo processo epocale di cambiamento, a rafforzamento della sintesi contenuta nel documento. A distanza di sette mesi dall’emanazione della sentenza della Corte, infatti, era una delle prime e golose occasioni ufficiali per confrontarsi con l’Autorità politica di riferimento e far capire chiaramente il proprio pensiero, ma soprattutto con un interlocutore di governo autorevole e direttamente coinvolto in questo processo di democratizzazione”.
Purtroppo, riprendono i delegati Cocer Finanza “non è stato così e gli interventi che hanno toccato decenni di storia del personale del comparto difesa e sicurezza si sono liquefatti come la neve esposta al sole! Le motivazioni di questa innaturale tendenza di diversi delegati di vertice a non voler o saper cogliere il momento storico, andrebbero sin da subito ricercate ed approfondite, ma soprattutto capite nelle sue intime ragioni. Peraltro, seppur è stata apprezzata la grande disponibilità del Ministro a voler affrontare con nuova linfa le tematiche del comparto, la seduta, nel suo insieme, è stata purtroppo deludente, a causa della palpabile presenza di un muro invisibile di apparente indifferenza o impotenza, non si sa bene cosa ed in quale misura, nel voler affrontare con spirito fattivo, incisivo e costruttivo il cambiamento prescritto dalla dichiarazione di illegittimità costituzionale del divieto di costituirsi in sindacati, imposto per decenni ai cittadini militari”.
*Riceviamo e pubblichiamo: “In relazione all’articolo pubblicato ieri sul sito in oggetto indicato e recante il titolo “Sindacato militare. Le sabbie mobili in cui si muoverebbe il Ministro della Difesa”. In esso vengono riportati i giudizi espressi da alcuni delegati del CoCeR in ordine all’incontro tenutosi lo scorso 13 novembre tra il CoCeR Interforze e il Ministro della Difesa. Ci tengo a precisare che la posizione dei menzionati delegati è del tutto personale e non è quella del Consiglio, che infatti non si è espresso nelle forme previste dalla legge”. Generale di Brigata Giancarlo Trotta, Presidente del CoCeR – Sezione Guardia di Finanza