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Dopo 8 anni che il Comparto Sicurezza/Difesa non riceve aumenti, il Governo vuole liquidare la “stagione contrattuale” 2016-2018 con un aumento di circa 44 euro medi netti. Dopo il primo incontro tecnico avvenuto lo scorso 11 gennaio tra sindacati delle forze di Polizia, Cocer dei militari e i rappresentanti di parte pubblica con a capo il sottosegretario Rughetti, sarebbe emersa una volontà tutt’altro che unanime di rinunciare alla contrattazione normativa e limitarsi a quella economica. A questo genere di metodo, infatti, i Cocer Carabinieri, Marina e Aeronautica non ci stanno. D’accordo anche le sigle sindacali come il SAP, il Consap il Coisp, l’Ugl Polizia e il Silp. La parte economica, infatti, dovrebbe concretizzarsi nell’assegnare il 90% agli assegni fissi e pensionabili (parametri e assegni pensionabili) e il 10% all’assegno accessorio denominato Fesi (una sorta di premio incentivante). Il tutto si è concluso con una battuta di arresto e la trattativa è stata rinviata a mercoledì prossimo.
Cifre e risorse
Un aspetto che ha trovato tutti d’accordo è la necessità di avere le tabelle riferite alla distribuzione di tali risorse per gradi e ruoli. Inoltre ci sono risorse aggiuntive. Esattamente 50 milioni per il 2018, 100 milioni per il 2019 e 150 milioni per il 2020 al fine di pagare le indennità accessorie. A quanto pare almeno 15 milioni andrebbero per la contrattazione della dirigenza, nonostante gli aumenti automatici, che hanno oltre 2 anni, a straordinari e accessori. Pochi spiccioli a fronte dell’attività svolta dagli uomini in divisa. Il mondo militare, infatti, ha le sue specificità che lo differenziano dal pubblico impiego, proprio in considerazione delle tante attività diversificate che svolge per la sicurezza interna ed esterna della Nazione e che meritano di essere riconosciute e retribuite. Un esempio sono i servizi esterni che sono fermi a circa 6 euro lordi al giorno o i servizi notturni a circa 4 euro all’ora lordi e 13 euro giornalieri per chi si occupa di ordine pubblico.
Cocer Marina (ASCOLTA AUDIO INTERVENTO CIAVARELLI)
“I nostri equipaggi quando navigano perdono il riconoscimento dell’orario di lavoro che viene “forfettizzato” per cui l’attività straordinaria è compensata con meno di 3 euro l’ora – dichiara il delegato Luogotenente della Marina-Guardia Costiera, Antonello Ciavarelli – gli stessi scarsi 3 euro forfettizzati sono destinati anche agli equipaggi SAR delle Capitanerie, mentre i colleghi delle forze di polizia percepiscono le indennità, sia pure scarse ma aggiuntive oltre lo straordinario. Un altro aspetto che merita di essere chiarito è perché il Fondo Efficienza destinato per le Forze Armate è di 1000 euro in meno pro – capite. Ci sono anche aspetti vari come il recupero forzato di una cifra tra gli 80 e i 150 euro l’anno ad un Ente Circoli di marina, anche contro la volontà del personale, che viceversa ha diritto alla protezione sociale e non pagarsela da soli. La lista della spesa è lunga e il Co.Ce.R. Marina da tempo ha presentato il conto alla Funzione Pubblica e all’amministrazione. Ora all’unica occasione che si presenta dopo 8 anni, e si riavrà non prima di tre anni, si dovrebbe rinunciare perché non c’è tempo? Dal 25 luglio, data di inizio della concertazione, di fatto i lavori sono cominciati l’11 gennaio ed ora dovrei rinunciare all’opportunità di partecipare alla sottoscrizione di norme a favore delle esigenze dei militari? Ad ora c’è un Governo in carica almeno fino al 4 marzo e di fatto la parte pubblica non si è presentata pronta all’appuntamento, sia sotto l’aspetto economico (mancanza di tabelle da parte del ministero dell’Economia) e tanto meno sotto l’aspetto normativo dicendo che sono la maggioranza degli altri sindacati e dei rimanenti Co.Ce.R. che ha l’esigenza di rinunciarvi. La dignità del nostro personale non può liquidarsi con 44 euro medi maledetti e subito” .
Sindacati di Polizia: da contratto subito a contratto subìto! Un oltraggio alla dignità professionale di poliziotti e militari
“Ingiustificabile e deplorevole, anche elettoralmente, in queste condizioni di assoluta opacità e incertezza è la pretesa del Governo di dividere, con non chiare alchimie amministrative, il contratto di lavoro parte normativa dalla parte economica e chiudere subito questultima con risorse assolutamente inadeguate”. A dichiararlo sono le tre organizzazioni sindacali della Polizia di stato Ugl Fsp Polizia, Coisp e Consap . “Il rinnovo del contratto di lavoro per il personale di un Comparto così strategico per la tenuta democratica e la convivenza civile del Paese – prosegue la nota – non può e non dovrebbe mai essere assoggettato a finalità propagandistiche pre-elettorali. D’altronde, se l’intenzione del Governo fosse stata realmente quella di non mortificare la dignità professionale degli operatori della sicurezza e della difesa – ai quali, si ricorda, ancora oggi sono preclusi diritti costituzionalmente garantiti a tutti i lavoratori, quale quello di sciopero – avrebbe rispettato la legge che gli imponeva di ascoltare le rappresentanze di quei lavoratori prima della predisposizione della legge di bilancio”.
E poi proseguono i sindacati: “Troppo comodo, oggi, nascondersi dietro l’approvazione di quella legge che riconosce un’elemosina di Stato in favore delle donne e degli uomini in divisa chiamati sempre a maggiori responsabilità e sacrifici. Dall’analisi della legge di bilancio, gli arretrati di due anni ammonterebbero a circa 8 euro netti medi mensili, quindi per un ispettore capo (chissà cosa finirebbe nelle tasche degli agenti) ed un ipotetico incremento a regime di circa 42/45 euro netti sempre per un ispettore capo (evidentemente meno per sovrintendenti e agenti). Zero, assolutamente zero, invece, è riservato ad istituti fondamentali come la previdenza complementare, ancora inesistente per i lavoratori del Comparto, per gli adeguamenti di talune indennità operative, ancora ferme agli importi stabiliti nel lontano 1992, per una reale tutela legale e sanitaria vista l’esclusiva, particolare ed eccessiva sovraesposizione a cui sono quotidianamente sottoposti gli operatori della sicurezza in virtù del lavoro svolto, per non parlare dello straordinario pagato ancora meno dell’ora ordinaria con circa 7,00 euro l’ora e tanto altro ancora. L’incremento prospettato e riservato dal Governo, quindi, così come emerge dal dato della legge di bilancio, per poliziotti e militari risulterebbe a regime di circa il 3,48% della retribuzione, mentre l’aumento dello stipendio, la cosiddetta mercede, riconosciuto sempre da questo Governo per i detenuti che lavorano in carcere, è stato giustamente dell’83%. Ognuno tragga le proprie considerazioni! Dal momento che a distanza di circa sei mesi dall’apertura formale del tavolo di lavoro per il rinnovo contrattuale e i due precedenti incontri, anche a questo terzo appuntamento, ancora una volta, il Governo si è presentato senza uno straccio di bozza o documento o tabella che chiarisca la reale portata economica. Non è dato neanche sapere, al momento – conclude la nota – se questi mirabolanti incrementi, consistenti in poco più di una pizza al mese a regime, siano previsti a decorrere dal 1 gennaio o dal 31 dicembre 2018. Pertanto, con tali inadeguate risorse e siffatti anomali metodi, più che un contratto subito questo si presenta come un contratto subìto da poliziotti e militari, in totale spregio della loro dignità professionale!”.
Il tentativo di scaricare la patata bollente sulla prossima legislatura
Il governo, durante l’incontro, ha risposto (quasi ingenuamente) spiegando che le norme si scriveranno dopo con la coda contrattuale. Pochi ‘milionicini’ rimanenti su calcoli fatti riguardante il differenziale inflattivo. Insomma, una patata bollente da scaricare al prossimo governo.
Un fatto di non poco conto, emerso durante il tavolo, è che nella legge che riconosce la specificità delle Forze di Polizia e militari vi è il riconoscimento del ruolo negoziale. Fino ad ora abbiamo assistito al paradosso che gli Stati Maggiori sono parte e controparte. Cioè delegati dell’amministrazione e al fianco dei Cocer, rendendo poco “pesante” il valore della firma. Con il ruolo negoziale la firma dei militari dovrebbe essere autonoma e quindi determinante come quella dei sindacati di polizia.
Il Governo riuscira ad uscire da questa situazione che vede profondamente contraria la maggior parte delle sezioni Cocer e autorevoli sindacati di Polizia?