I gravi disordini che hanno caratterizzato l’ultimo week end a Torino, provocati da gruppi di anarchici per protestare contro la chiusura del centro sociale “L’asilo”, hanno lasciato il segno. Gravi i danni all’arredo urbano, auto private e mezzi pubblici e numerosi gli arresti operati dalle Forze di Polizia che hanno portato a nuove proteste presso il carcere delle Vallette dove sono stati detenuti, in attesa del giudizio, i teppisti fermati.
Infatti, i soliti idioti domenica hanno dato vita a una manifestazione di solidarietà ai compagni detenuti e, nel lanciare fuochi d’artificio e petardi verso l’interno delle mura perimetrali, un capannone destinato ai laboratori di pasticceria e panificazione per i detenuti da avviare al lavoro ha preso fuoco ed è crollato.
Ma niente paura. I 13 arrestati sono già liberi di tornare a devastare il centro città. Infatti, pur convalidando gli arresti, il Gip del Tribunale di Torino ha previsto per gli imputati pene alternative alla detenzione, come l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Provvedimento risibile e non certo adeguato alla tendenza a delinquere dei soggetti palesata durate gli scontri dei giorni scorsi.
Vista l’aria che tira, favorevole a chi pianifica e attua di continuo scontri di piazza, altre iniziative sono in preparazione, soprattutto nuove occupazioni. Nelle mire degli anarchici, infatti, vi sarebbe il vecchio ospedale “Astanteria Martini”, in disuso da anni.
Ma dietro ai disordini di Torino, anche la Procura della città piemontese ha inteso sottolineare che non è certo la chiusura di un centro sociale il vero obiettivo dei delegati alla sicurezza. Da decenni, infatti, l’anarchismo insurrezionalista, propagandato all’interno delle mura dei circoli anarchici e non solo, rappresenta il vero rischio per la sicurezza dello Stato proveniente dall’interno dei confini. “Era un covo di eversori, la base logistica di una cellula sovversiva”, secondo le dichiarazioni del questore, che si è detto sorpreso per la “solidarietà data agli insurrezionalisti da altri gruppi che non fanno parte della stessa area”.
Il capo della polizia torinese ha ribadito che all’Asilo si trovavano “delinquenti che fanno della protesta il punto di partenza per la sovversione dell’ordine democratico”. Secondo la Questura, tra le azioni che gli anarchici di via Alessandria avrebbero messo in atto, anche “l’invio di decine e decine di ordigni esplosivi in tutta Italia”, ha spiegato, sottolineando “la preparazione militare” degli insurrezionalisti. Quanto a ulteriori risposte da parte degli anarchici, secondo il questore “non c’è dubbio che ve ne saranno: non faranno passi indietro perché sono ideologizzati e organizzati militarmente. Li affronteremo”.
Nonostante la determinazione palesata dai vertici della sicurezza del capoluogo piemontese, le teorie a lungo propagandate da ideologi di spessore dell’area anarcoinsurrezionalista, unite alle meticolose istruzioni per la preparazione di ordigni e la conduzione di azioni eversive, facilmente reperibili sul web, hanno creato un consistente bacino di utenza e di appoggio incondizionato alla lotta e non fanno presagire nulla di buono per i prossimi giorni.