L’ondata di sbarchi di immigrati tunisini sulle nostre coste non è stata una novità per Giuseppe Conte e i suoi Ministri. L’esodo dal Paese nordafricano appunto, era stato annunciato già all’inizio dell’anno nei documenti informativi (riservati e non) che i servizi segreti hanno inviato al governo. Tutto nero su bianco, persino nelle pagine della Relazione annuale al Parlamento presentata a febbraio scorso.
Il contenuto del documento presentato alle Camere è sufficiente a comprendere quanto fosse preoccupante la situazione già nei mesi scorsi. L’intelligence, infatti, ha tracciato le rotte dell’immigrazione illegale, le modalità con cui avvengono, la presenza di gruppi criminali che gestiscono il traffico di esseri umani, l’utilizzo di documenti contraffatti che, soprattutto nel caso della rotta balcanica terrestre, nella seconda metà del 2019 ha conosciuto “un nuovo, significativo rinvigorimento – scrivono gli 007 – facendo registrare il passaggio non più solamente di curdo-iracheni, siriani, centro-asiatici e di elementi del sub-continente indiano, ma anche di nordafricani, verosimilmente pure in virtù di accordi tra la Turchia e alcuni Paesi maghrebini che prevedono il rilascio agevole dei visti”.
Ma non solo. L’intelligence ha comunicato al governo anche altri specifici aspetti del flusso migratorio che avrebbero dovuto innescare decisioni e interventi della politica. “Altro dato ricorrente ed ormai consolidato – si legge nella Relazione – è quello del ruolo svolto dai social media quali bacheche virtuali per l’offerta di “assistenza” e per la promozione dei viaggi irregolari, confermato da evidenze intelligence che hanno fatto stato di veri e propri ‘annunci pubblicitari’, con l’indicazione di tratte, tariffe e servizi opzionali”.
Gli sbarchi dei tunisini e il rischio terrorismo
L’ esodo di tunisini ha portato in Italia Ibrahim Aoussaoui, l’attentatore di Nizza, sbarcato a Lampedusa il 20 settembre scorso a bordo di un barchino. Dopo alterne vicende, l’uomo è arrivato nella cittadina francese dove ha commesso l’attentato davanti alla chiesa di Notre Dame. Un evento drammatico che ha di fatto messo l’Italia in una posizione imbarazzante con il resto dei Paesi europei, nonostante l’Ue latiti da anni sulla questione della gestione degli immigrati. Ma dopo i fatti di Nizza, al netto dall’esclusione dell’Italia dal tavolo per il contrasto al terrorismo organizzato da Francia, Germania e Austria, il governo ha fatto sapere di aver aumentato i controlli antiterrorismo proprio sui tunisini per individuare eventuali radicalizzati. E il 6 novembre il cittadino tunisino B.F è stato rimpatriato. Sbarcato a Pantelleria lo scorso 10 ottobre insieme ad altri 43 stranieri e successivamente trasferito su una nave quarantena ancorata ad Augusta (Siracusa), il 23enne era stato segnalato proprio dall’intelligence nazionale come elemento salafita radicale. Qualche giorno prima, il 3 novembre 2020, è stato allontanato dal territorio nazionale, in esecuzione del respingimento disposto dal questore di Palermo, il cittadino tunisino E.M., segnalato sempre dal comparto intelligence come “soggetto pericoloso”.
Dal governo, però, totale immobilismo, sia in Libia che in Tunisia. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, è andata a Tunisi solo a luglio scorso e poi una seconda volta ad agosto portandosi dietro il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ma i risultati parlano chiaro. Il nulla.
Nonostante l’emergenza covid in corso, il flusso di immigrati non conosce sosta e i mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre 2020 segnano picchi più alti di quelli registrati nello stesso periodo del 2019 e 2018. Tra le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco, il 38,7% arriva dalla Tunisia.
I servizi segreti avevano avvertito il governo
Eppure, i servizi segreti avevano avvertito il governo del rischio specifico di sbarchi dalla Tunisia già a febbraio e non solo tramite i documenti prodotti nella Relazione annuale. Il premier Conte, avendo mantenuto la delega ai servizi segreti, ha privilegiato la scelta di avere un “rapporto diretto” con l’intelligence, senza mediazioni, che vuol dire avere il polso di tutte le situazioni a rischio.
Nella Relazione dei servizi segreti si legge: “Alla particolare attenzione di Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna, ndr) e Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna, ndr) è stato anche il flusso di migranti che, lungo la rotta tunisina, ha continuato a muovere alla volta delle coste siciliane. In proposito, le segnalazioni di intelligence, lette a sistema, pongono in luce l’esistenza di due distinte direttrici: quella che attinge la Sicilia occidentale – gestita da reti criminali italo-tunisine coinvolte anche nel contrabbando di tabacchi lavorati esteri e di sostanze stupefacenti – e quella che interessa Lampedusa, in capo ad organizzazioni di trafficanti tunisini che non hanno sin qui evidenziato collegamenti con soggetti e gruppi attivi in ambito nazionale”. Nella parte pubblica del documento l’intelligence si limita a indicare le rotte dalla Tunisia. Ma nelle informative riservate si aggiungono dettagli e proiezioni sulle cifre relative agli sbarchi. Oltre a segnalare l’urgenza operativa sia in Libia che in Tunisia. Coperti dall’emergenza covid, invece, Conte e i suoi Ministri hanno trovato difficile capire come muoversi, sia per mancanza di capacità che di volontà politica. Gli accordi con la Libia sono completamente saltati e attualmente, nonostante l’abnegazione dei vertici Aise, il Paese è perso. I migranti sono gestiti dai trafficanti e dalla Turchia che al momento non sembra intenzionata a levare il disturbo dal nord Africa.
Dalla Tunisia, poi, quello che l’Italia è riuscita a ottenere è la questione dei rimpatri. Poca cosa rispetto al numero di persone che sono sbarcate clandestinamente durante l’anno in corso. Dai dati del Viminale, al 17 novembre 2020 sulle nostre coste sono arrivate 32.224 di cui 12.461 sono tunisini. Al 10 novembre, sempre secondo i dati del Viminale, quelli espulsi nel 2020 sono solo 46.
Rischio pandemico, contrabbando e terrorismo non sembrano preoccupare l’Esecutivo impegnatissimo, anzi, nell’annullamento del Decreto sicurezza voluto da Salvini che aveva comunque posto un’argine all’invasione. Nel 2019 gli sbarchi di clandestini sono stati 11.439 (fonte Viminale). Come detto, a tutt’oggi, sono quasi il triplo.
E come nota di cronaca, forse anche il killer di Nizza, prima di arrivare in Italia, avrà scaricato il nuovo videogioco per dispositivi android chiamato Knatry (contrabbandiere), prodotto da sviluppatori tunisini e lanciato il 19 luglio scorso, che in poco tempo ha totalizzato oltre 10000 download, la cui chat interna è utilizzata per le comunicazioni tra trafficanti.