“Quelle Ong sono piene di slogan scintillanti e toccanti sui diritti umani, ma traggono profitto dalla sofferenza dei migranti africani”. Ne è convinto Ayoub Qassim, portavoce della Marina libica, che nei giorni scorsi ha attaccato duramente le navi impegnate nel recupero in mare dei barconi e invitandole a lasciare il Mediterraneo aggiungendo che “stanno approfittando della sofferenza degli immigrati”.
Qassim ha rilasciato un’intervista al quotidiano The Libya Observer confermando, di fatto, i contenuti della dichiarazione del ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, secondo il quale “alcune delle cosiddette navi umanitarie stanno solo lucrando sulla sofferenza dei migranti”.
Secondo il portavoce della Marina libica, ”quelle Ong hanno piani ben definiti, vogliono svuotare l’Africa dai giovani e rubare le fortune del continente”, ricordando che in tempi recenti il governo libico aveva messo in guardia l’Ue e l’Italia dal fatto che, sempre le organizzazioni umanitarie, “puntano solo a fare soldi e prevaricare, così abbiamo chiesto di fermare le loro operazioni nel Mediterraneo e di incaricare dei salvataggi le guardie costiere dei paesi che si affacciano sul mare”.
Le dichiarazioni di Qassim non stupiscono se si considera che già da mesi la Marina libica, secondo gli accordi stipulati già con il nostro esecutivo decaduto, è impegnata a fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione clandestina impedendo ai natanti di oltrepassare il limite della acque territoriali libiche.
A fronte di ciò, il naviglio composto da imbarcazioni delle Ong continua imperterrito a facilitare gli arrivi sulla nostra penisola con un sistema sperimentato di comunicazione con le barche salpate dalla costa africana e dirette verso il Continente anche in assenza di reali emergenze.
I precedenti
Non è la prima volta che la Marina libica punta il dito contro le Ong. A marzo scorso, durante un intervento in mare per soccorre un barcone, si è consumato un vero e proprio scontro tra la nave Open Arms, in seguito sequestrata dalla Procura di Catania, e la guardia costiera nordafricana. In quell’occasione, secondo la Marina libica il barcone con a bordo migranti avrebbe atteso per oltre due ore l’arrivo della nave spagnola nonostante il natante dei libici fosse più vicino. Ma non solo: “La presenza della nave spagnola ha complicato le operazione di soccorso e spinto gli immigranti a rifiutare l’aiuto dei libici, anche saltando in acqua” per raggiungere la Ong. La guardia costiera nordafricana, poi, aggiunge che ha dovuto lasciare l’area e far partire l’Ong spagnola per la sicurezza dei migranti. “Proactiva Open Arms ha respinto tutti gli ordini e le istruzioni della Marina libica, che è il capo delle operazioni di soccorso in quanto è arrivato per primo nell’area di salvataggio – spiega una nota – Inoltre, la nave della Marina libica è una nave militare e quindi ha diritto a questa operazione di salvataggio e ha il diritto di farlo in quanto la zona di mare appartiene alle acque libiche”.