Gli sbarchi di immigrati continuano senza sosta. Nelle prime settimane di settembre, solo a Lampedusa, sono arrivate 570 persone che hanno causato evidenti problemi di gestione e organizzazione: hotspot dell’isola al collasso e personale delle forze di polizia carente e non in grado di sopperire all’emergenza.
Tra Ong che traghettano immigrati da una parte all’altra del Mediterraneo e barchini che autonomamente arrivano sulle nostre coste, dunque, il problema rimane irrisolto e rischia di peggiorare.
Sindacato polizia: “Poco personale, due squadre in meno e con turni massacranti”
“Il sistema sicurezza è già in tilt. Il personale non è sufficiente per gestire la situazione – avverte Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap) – Attualmente sull’isola abbiamo 4 squadre da 10 uomini, tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, impiegate in turni in quarta. In realtà, le squadre dovrebbero essere cinque. Spesso – spiega Paoloni – una delle squadre è impiegata per gli accompagnamenti, lasciando inevitabilmente scoperto uno dei quadranti nel turno di 24 ore. Questo costringe le restanti tre squadre ad effettuare doppi turni, talvolta anche in maniera consecutiva, iniziando il turno regolare alle 19.00 per poi giungere, tra viaggio e altro, a casa esausti, alle 21.00 del giorno seguente. È inammissibile lavorare in queste condizioni, con poco personale, due squadre in meno e con turni massacranti. Ne va della sicurezza e del benessere psicofisico dei colleghi”, conclude Paoloni.
Parigi vuole accogliere solo chi ne ha diritto
All’orizzonte non si vede alcuna via d’uscita per l’Italia. Nonostante il governo Conte-bis millanti migliori rapporti con l’Unione europea in grado di modificare la situazione attuale che vede il nostro Paese come unico porto di sbarco, la realtà é ben diversa. Il mini-summit che si terrà a Malta il 23 settembre a cui parteciperanno i ministri dell’Interno di Francia, Germania, Italia e Malta, difficilmente porterà soluzioni per l’Italia. Le posizioni sulla ripartizione sono ancora distanti e anche la rotazione dei porti (proposta dall’Italia) non sembra cosa gradita. Parigi, in particolare, non sarebbe disposta ad accogliere tutti i migranti indistintamente, ma solo chi ne ha diritto, lasciando così al nostro Paese l’onore di gestire la maggior parte degli irregolari eventualmente da rimpatriare.
Un aspetto, questo, evidenziato più volte nei giorni scorsi. Il direttore di Analisi Difesa, Gianandrea Gaiani, in un’intervista a Tgcom24 nega la possibilità che vi sia al momento una svolta nella questione dell’immigrazione illegale che veda i paesi Ue pronti a condividere con l’Italia i clandestini sbarcati.