In forza del tanto lavoro svolto dal Cocer, anche deliberato, sento il dovere di informare il personale su come si sta evolvendo il decreto correttivo al riordino delle carriere. È ancora vivo nell’animo del personale militare il “disordino” creato con l’ultimo provvedimento di riordino delle carriere (2017). Nonostante le consistenti risorse stanziate nella scorsa legislatura, l’allora Governo fu capace prevalentemente di risolvere le problematiche della Dirigenza, soprattutto connesse ai blocchi stipendiali subiti. Infatti, diversi dirigenti si trovarono in busta paga aumenti di qualche centinaia di euro al mese nonostante il provvedimento, in origine, fosse per i “non dirigenti”.
Il Governo, nella persona del Presidente Conte, si era impegnato lo scorso maggio, durante un incontro con il Co.Ce.R. Interforze a reperire risorse economiche, circa 200 milioni, al fine di affrontare con maggiore risolutezza le necessarie correzioni. Nel contempo vi sono stati degli incontri di lavoro con lo Stato Maggiore della Difesa, con la presenza dei rappresentanti del Governo. Incontri interrotti dopo le note questioni politiche conseguenti alla sfiducia estiva e mai più ripresi.
Mentre si evidenziava la necessità di aumentare le risorse per il riordino delle carriere, il Governo ha annunciato qualche giorno fa lo stanziamento di fondi (non si sa quanti e come) al fine di pagare gli straordinari dei militari. Ma tali “accessori” non creano entusiasmo. Infatti, nelle Forze Armate hanno spesso una ripartizione sbilanciata verso la dirigenza, tant’è che i Co.Ce.R. hanno più volte deliberato di concertare a monte e dare trasparenza a tale distribuzione.
Entro la settimana in corso ci sarà un Consiglio dei Ministri sull’argomento e il Co.Ce.R., nonostante fin da marzo abbia deliberato costruttivamente, non è a conoscenza di ciò che l’Amministrazione ha intenzione di presentare. L’esperienza mi dice che c’è il rischio che vengano nuovamente inserite norme riguardanti i Vertici, o ulteriori norme più rigide che servono all’Amministrazione per meglio gestire il personale. Coinvolgere oggi la Rappresentanza militare, immediatamente prima della presentazione del provvedimento alle Camere da parte del Governo, farebbe pensare che, nella migliore delle ipotesi, ciò che è stato richiesto verrà accolto al ribasso. Ed infine potrebbe arrivare un “contentino” cosiddetto una tantum per gli anziani, come è già accaduto, per buttare acqua sui malumori, disagi e frustrazione del personale. Della serie “a pensare male si fa peccato, ma spesso si azzecca”.
Si riproporranno le solite questioni alle Camere, che dovranno dare un parere non vincolante, i cui parlamentari non potranno far altro che esprimere la comprensione ai delegati della Rappresentanza che verranno auditi. Nel frattempo di contratto non si sa nulla, il processo di sindacalizzazione è fermo, e per l’ennesimo anno il Comparto Sicurezza/Difesa non è ancora stato convocato a Palazzo Chigi per la presentazione della “finanziaria”, così come previsto per legge.
Non è di poco conto il fatto che il suddetto incontro con il presidente Conte si è ottenuto grazie all’azione solitaria del 1° Luogotenente Fico Pasquale rimasto a digiuno per 50 giorni. È possibile che per avere considerazione ci si debba affidare a tale genere di sacrifici?
Sarà dovere e responsabilità di tutti far sì che non si lasci nulla di intentato (cominciando a rivendicare a gran voce l’incontro con il Governo), e si guardi al bene del personale con lungimiranza affinché possa svolgere con dignità il servizio alla Nazione.
Antonello Ciavarelli delegato Co.Ce.R.
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