Una mancetta per Natale con la speranza di avere anche effetti positivi sul voto di marzo. Il governo, così come fatto prima del referendum costituzionale di dicembre 2016 con il riordino delle carriere, ha tentato di chiudere la pratica dei rinnovi contrattuali per forze armate e polizia nella speranza di arrivare alle elezioni con un risultato raggiunto per il comparto sicurezza.
Il tavolo che si è svolto ieri, alla presenza dei ministri Padoan, Madia, Minniti e Pinotti, però non ha soddisfatto i vari rappresentanti proprio del comparto sicurezza che sono tornati alla carica per rivendicare i diritti di militari e polizia. La concertazione, infatti, è partita a luglio e solo ieri c’è stato il primo incontro. Ma non solo. Anche gli aumenti salariali proposti non sembra soddisfare le parti.
L’attacco del Cocer Marina
“Cinque mesi fa ho avuto il dono di prevedere che ci saremmo incontrati sotto l’albero di Natale – ha detto Antonello Ciavarelli, rappresentante Cocer MM, durante l’incontro – figuriamoci se oggi io vengo qui e dico ‘sì, firmiamo, firmiamo subito perchè ho paura delle 85 euro’. Questo non perchè sono pazzo, ma perchè al primo posto c’è la dignità e la salute del nostro personale sotto l’aspetto umano e profesionale”.
Nel comunicato inviato alla fine del tavolo dalla delegazione del Cocer della Marina militare per la concertazione, inoltre, si legge: “Oggi a palazzo Vidoni, dopo 5 mesi dal presunto avvio di luglio, è ripartita la concertazione economico e normativa per il comparto Difesa-Sicurezza per il triennio 2016-2018. I ministri competenti presenti hanno espresso la volontà del Governo di riconoscere concretamente la specificità del comparto ed il ruolo fondamentale della Difesa nella vita del Paese. Oltre alla conferma delle risorse disponibili, che, alla stregua di tutto il pubblico impiego consentiranno il già noto incremento medio mensile, sono state allocate nella Legge di Bilancio per la specificità ulteriori fondi per gli anni 2018, 2019, 2020, da suddividere tra tutto il comparto Difesa-Sicurezza”.
E ancora: “Pur comprendendo lo sforzo del governo, le cifre appostate per la specificità sono insufficienti ad incrementare nella giusta misura le retribuzioni connesse alle attività operative dei nostri marinai – denuncia il Cocer – oltre a richiedere che sia inserita nel primo veicolo legislativo utile la norma sul correttivo del riordino, che non è stata ancora ufficializzata, ha chiarito che la sezione intende portare avanti, contemporaneamente, sia la trattativa per l’accordo economico che quella per le modifiche normative, necessarie per la valorizzazione del personale della Forza armate. Le nostre richieste sono state puntualmente rappresentate nella piattaforma normativa redatta e formalizzata dal Cocer Marina e già in possesso della Funzione Pubblica. Dopo nove anni non possiamo più attendere – attacca il Cocer – E’ stato quindi richiesto che si avviino a ritmi serrati le negoziazioni per il riconoscimento economico, normativo, e quindi morale, del grande impegno professionale dei colleghi, come già i ministri stessi hanno dichiarato all’apertura del tavolo concertativo”.
Sulla stessa posizione la rappresentanza sindacale della Polizia
Domenico Pianese, Segretario generale del Coisp, Sindacato indipendente di Polizia, in una nota dichiara: “Nel corso dell’odierno confronto per discutere del rinnovo contrattuale ci siamo trovati di fronte a una proposta che, ancora una volta, è per noi difficile accettare. Dopo otto anni di illegittimo blocco dei contratti è assurdo pensare di proporre aumenti che non rispondono minimamente alla vitale necessità di salvaguardare il potere di acquisto degli stipendi ma anche di incrementare sia il compenso per il lavoro straordinario, sia le indennità previste per i compiti maggiormente gravosi e rischiosi. Quelle snocciolate oggi sono cifre che giudichiamo inadeguate per testimoniare la specificità del nostro lavoro. Se non si adegueranno gli amenti ai nostri reali bisogni, siamo pronti alla mobilitazione nazionale, che ci vedrà manifestare nelle piazze di ogni città del Paese”.
La proposta presentata ai rappresentanti sindacali prevede sostanzialmente lo stanziamento di somme che consentano un aumento medio lordo mensile non inferiore a 102 euro al mese, cui dovrebbero aggiungersi circa altri 150 milioni da dividere per gli appartenenti all’intero Comparto. Il tutto porterebbe, in sostanza, a un aumento medio netto di 40 euro mensili che le forze armate e polizia riceverebbero dopo sette anni di stipendi bloccati.
“Abbiamo compreso e apprezzato argomenta Pianese – la buona volontà e lo spirito dimostrati dal Governo in tema di riordino delle carriere, ma questa del rinnovo contrattuale è tutta unaltra partita. E con lo stesso senso di responsabilità, che ci obbliga a tutelare il vero interesse di migliaia di poliziotti italiani, diciamo no a una proposta che non darebbe corso a un giusto e conseguenziale riconoscimento economico ai Poliziotti per un carico di lavoro e responsabilità sempre più aumentato nel corso del tempo. Gli appartenenti al Corpo della Polizia di Stato lottano quotidianamente per tener fede al proprio dovere, del tutto unico e speciale. Siamo chiamati a fronteggiare innumerevoli servizi vitali per il Paese, dalla lotta ad ogni forma di criminalità, alla gestione dellordine pubblico, dalle problematiche connesse al fenomeno migratorio alle pressanti ed emergenziali attività di lotta al terrorismo. Difendiamo ogni giorno la sicurezza e la libertà dei cittadini e rappresentiamo un baluardo a difesa della democrazia e dello Stato di diritto, e questo a costo di immani sacrifici e versando un altissimo tributo di vite umane al Paese, contando quasi giornalmente morti e feriti. Pensare di poter contraccambiare tutto questo destinando 40 euro al mese a famiglie che hanno il sacrosanto diritto di vivere almeno dignitosamente non lo troviamo appropriato!”.